Museo Civico Archeologico
Via dell'Archiginnasio 2 - 40124 Bologna
Tel. 051.27.57.211
Direzione e Uffici
Via de' Musei 8 – 40124 Bologna
Tel. 051.27.57.211
mca@comune.bologna.it
Dal 16 ottobre 2015 al 17 luglio 2016 Bologna diventa la capitale dell'Egitto antico.
Sotto le due torri rivive lo splendore di una civiltà millenaria e unica che da sempre affascina tutto il mondo: l’Egitto delle Piramidi, dei Faraoni, degli dei potenti e multiformi, ma anche l’Egitto delle scoperte sensazionali, dell’archeologia avvincente, del collezionismo più appassionato, dello studio più rigoroso.
La mostra Egitto. Splendore Millenario, che apre il 16 ottobre alMuseo Civico Archeologico di Bologna, non è solo un’esposizione di fortissimo impatto visivo e scientifico, ma è anche un’operazione che non ha precedenti nel panorama internazionale: la collezione di antichità egiziane del Museo Nazionale di Antichità di Leiden in Olanda - una delle prime dieci al mondo - e quella di Bologna - tra le prime in Italia per numero, qualità e stato conservativo, si uniranno e si integreranno in un percorso espositivo di circa 1.700 metri quadrati di arte e storia.
Saranno 500 i reperti, databili dal Periodo Predinastico all’Epoca Romana, che dall’Olanda giungeranno al museo bolognese.
E assieme ai capolavori di Leiden e Bologna, la mostra ospiterà importanti prestiti del Museo Egizio di Torino e del Museo Archeologico Nazionaledi Firenze, all’insegna di un network che vede coinvolte le principali realtà museali italiane.
Per la prima volta saranno esposti l’uno accanto all’altro i capolavori delle due collezioni, opere quali: la Stele di Aku (XII-XIII Dinastia, 1976-1648 a.C.), il “maggiordomo della divina offerta” la cui preghiera racconta l’esistenza ultraterrena del defunto in un mondo tripartito tra cielo, terra e oltretomba; gli ori attribuiti al generale Djehuty, che condusse vittoriose le truppe egiziane nel Vicino Oriente per il faraone Thutmose III (1479-1425 a.C.), il grande conquistatore; le statue di Maya, Sovrintendente al tesoro reale di Tutankhamon, e Meryt, cantrice di Amon, (XVIII dinastia, regni di Tutankhamon-Horemheb, 1333-1292 a.C.), massimi capolavori del Museo Nazionale di Antichità di Leiden, che lasceranno per la prima volta l’Olanda; e infine, tra i numerosi oggetti che testimoniano il raffinatissimo stile di vita degli Egiziani più facoltosi, un Manico di specchio (1292 a.C.) dalle sembianze di una eternamente giovane fanciulla che tiene un uccellino in mano.
Infine, per la prima volta dopo 200 anni dalla riscoperta a Saqqara della sua tomba, la mostra offre l’occasione unica e irripetibile di vedere ricongiunti i più importanti rilievi di Horemheb, comandante in capo dell’esercito egiziano al tempo di Tutankhamon e poi ultimo sovrano della XVIII dinastia, dal 1319 al 1292 a.C., che Leiden, Bologna e Firenze posseggono.
L’esposizione è prodotta da Comune di Bologna | Istituzione Bologna Musei | Museo Civico Archeologico e da Arthemisia Group, ed è curata da Paola Giovetti, responsabile del Museo eDaniela Picchi, curatore della sezione egiziana del Museo.
Dal 22 gennaio all' 8 marzo 2015
Con il progetto Manifesto Anatomico appositamente ideato per la terza edizione di ART CITY Bologna, l'artista bolognese Sissi offre per la prima volta al pubblico un percorso organico di lettura sui nuclei principali della sua ricerca artistica attraverso un'articolazione che coinvolge quattro diverse sedi espositive: Museo di Palazzo Poggi, Collezioni Comunali d'Arte, Museo Civico Archeologico e Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio.
L'ampia estensione del percorso, che esplora in particolare il tema della costruzione metaforica di un corpo metamorfico, rende il progetto una vera e propria mostra-organismo complessa e proteiforme che si anima nelle sue varie parti costitutive, delineando una visione enciclopedica dell'immaginario dell'artista. Lo stesso titolo del progetto sembra intenzionalmente giocare con il doppio significato del termine “manifesto”, inteso sia come insieme programmatico dei princìpi ispiratori sottesi alla riflessione inventiva sia come disvelamento degli stessi in una dimensione pubblica.
Immaginando il centro storico di Bologna come ambiente di potenzialità espansiva per il suo processo creativo, Sissi costruisce un universo narrativo ramificato in quattro traiettorie distinte ma intrecciate tra loro, in cui gli allestimenti di lavori nuovi e opere precedenti riproposte in un display inedito sono appositamente pensati per entrare in risonanza dialogica con la densità storica dei rispettivi contesti espositivi ed innescare stimolanti contrappunti con le collezioni permanenti in una nuova prospettiva di senso.
La Gipsoteca del Museo Civico Archeologico è lo spazio dove sono resi visibili i princìpi della riflessione organica sul corpo e sulla trasformazione dei suoi impulsi emotivi in stile.
Nel percorso espositivo della preziosa collezione di calchi in gesso di sculture greche e romane l'artista interviene con un'incursione che si richiama, in un gioco di confronto mimetico, alla statuaria antica collocando manichini rivestiti da abiti e accessori provenienti da Addosso 1995/in progress, l'archivio del guardaroba-creatura che raccoglie gli abiti e gli accessori realizzati con tecniche artigianali dalla stessa artista e successivamente da lei indossati, catalogati secondo un criterio tassonomico in 20 famiglie immaginarie, dotate di nomi propri e specifiche caratteristiche di riconoscimento.
Sissi. Manifesto Anatomico
A cura di: Gianfranco Maraniello, Sabrina Samorì
Sedi e periodi di apertura:
Museo di Palazzo Poggi (Via Zamboni 33)
22 gennaio – 22 febbraio 2015
Collezioni Comunali d'Arte (Palazzo d'Accursio – Piazza
Maggiore 6)
22 gennaio – 8 marzo 2015
Museo Civico Archeologico (Via dell'Archiginnasio 2)
22 gennaio – 8 marzo 2015
Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio (Piazza Galvani 1)
22 gennaio – 8 marzo 2015
Inaugurazione: mercoledì 21 gennaio 2015, h 16.30 – 20.00 con ingresso libero
Performance Anatomia Parallela Tour: domenica 25 gennaio h 17.30
Teatro Anatomico – Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio
ingresso libero
Incontro pubblico con l'artista: sabato 24 gennaio h 16.00
Aula Magna – Accademia di Belle Arti di Bologna
ingresso libero
Al Museo Archeologico la mostra resterà aperta dal 22 gennaio all' 8 marzo, dal martedì al venerdì dalle ore 9.00 alle 15.00; il sabato, la domenica e i festivi dalle ore 10 alle 18.30 (Intero 5 €, ridotto 3 €; gratuito con biglietto di ingresso alle Collezioni Comunali d'Arte)
dal 26 marzo al 9 maggio 2014
Una selezione internazionale di libri dedicati a bambini e ragazzi, una biblioteca ideale di storie e di figure che arrivano dal mondo dello sport. Alle pareti le illustrazioni di grandi che dal mondo hanno interpretato i vari sport, li hanno raccontati attraverso le figure. Dal calcio di André Letria a quello di Maurizio Quarello e Federico Maggioni alle foto del brasiliano Caio Vilela, dal baseball di J.P.Pyne a quello di Rebecca Gibbon, dal golf di Zachary Pullen alla boxe di Sophie Blackall, al basket di Kadie Nelson. Figure unite da parole che esaltano l’idea di gruppo, di lealtà, di incontro, di condivisione, di scelta, di riscatto. Storie di finzione e storie della realtà, biografie di figure mitiche e invenzioni letterarie.
Lo sport delle imprese leggendarie, dei valori etici, lo sport della speranza, ma anche quello del dolore, dell’inganno, della competizione esasperata, fuori dalle regole del gioco. Lo sport che fa parlare il corpo, che esalta il gesto, che vuole un cervello capace di dare stimoli e controllare eccessi. Lo sport dell’agonismo e quello dell'amatorialità, quello olimpionico o quello del territorio della democrazia.
E poi lo sport nella storia, nel mondo antico. Grazie alla collaborazione con il Museo Civico Archeologico di Bologna ed alle numerose testimonianze archeologiche che permettono di comprendere l’origine delle pratiche sportive, la loro diffusione, il loro valore sociale ed educativo e di scoprire i loro collegamenti con le discipline moderne.
In occasione della mostra si svolgeranno visite guidate, incontri con scrittori che alternano la scrittura per ragazzi all’attività giornalistica del quotidiano o a quella televisiva, o con scrittrici che hanno lasciato il podio olimpico per farsi narratrici; e ancora incontri con illustratori, con attori pronti a prestare la voce a grandi imprese o a storie di semplice quotidianità, e infine attività di laboratorio, ma anche appuntamenti con gli adulti educatori.
a cura di Cooperativa Culturale Giannino Stoppani
promossa e sostenuta da Regione Emilia Romagna, Comune di Bologna, Dipartimento Scienze per la Qualità della Vita - Università di Bologna, Comune di Biella, Coop, Granarolo.
in collaborazione con Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e Istituzione Bologna Musei | Museo Civico Archeologico.
La mostra rientra nelle iniziative di Bologna Città del Libro per Ragazzi, il programma di eventi cittadini collegato alla Fiera del Libro per Ragazzi, nato da una rinnovata collaborazione tra BolognaFiere, il Comune di Bologna e le sue istituzioni culturali.
Dal 24 gennaio al 16 marzo 2014
Collezioni italiane e artisti internazionali mettono in scena i fantasmi dell’Est Europa e i presagi dalla sua storia recente.
A Bologna, dal 24 gennaio al 16 marzo nei suggestivi spazi del quattrocentesco Museo Civico Archeologico, Arte Fiera presenta Il Piedistallo vuoto. Fantasmi dall’Est Europa, una grande rassegna sulla scena artistica dell’area post-sovietica contemporanea.
Il Piedistallo vuoto riunisce una costellazione di più di 40 artisti di 20 Paesi dell'Est Europa e dell'ex URSS, per un totale di 100 opere: a partire dagli anni Settanta e intorno a due importanti assi temporali: il 1989 con la caduta del muro di Berlino e il 1991 quando si dissolsero l'Unione Sovietica e il Patto di Varsavia.
A vent’anni anni di distanza, video, performances, installazioni, fotografie, disegni e lavori pittorici di molti degli artisti che non avevano trovato spazio all’interno della cultura socialista come Ilya Kabakov, Vyatscheslav Akhunov, Jiri Kovanda, Julius Koller, Ion Grigorescu, Nedko Solakov e di quelli della giovane generazione che ha riscosso un ampio riconoscimento internazionale, tra cui Roman Ondak, Anri Sala, David Maljkovic, Pawel Althamer, Artur Zmijewski, Deimantas Narkevicius, Mircea Cantor e molti altri, saranno al centro di questo grande evento espositivo.
In mostra le collezioni più autorevoli, tra cui la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Fondazione Nicola Trussardi, la Collezione Enea Righi, Collezione La Gaia di Torino, Collezione Maramotti, Collezione Unicredit, Collezione Gemma Testa, Collezione Consolandi, Collezione Agiverona, Fondazione Morra-Greco, Collezione Cotroneo, Collezione Vittorio Gaddi, Fondazione Videoinsight.
Mostra fotografica in occasione di “FOTO/INDUSTRIA Bologna Biennale 01 Impresa, lavoro” a cura della Fondazione Isabella Seragnoli
Dal 3 al 20 ottobre 2013
Inaugurazione giovedì 3 ottobre dalle ore 17,30 con ingresso libero
Dopo aver trascorso gran parte della sua vita in Cina, Claude Hudelot, fine conoscitore del paese, diplomatico, giornalista, direttore artistico, ha messo insieme notevoli raccolte fotografiche sulla Repubblica Popolare Cinese. L’uso sistematico della fotografia a fini propagandistici era appannaggio del regime e lo stesso Mao Zedong si sottoponeva volentieri all’obiettivo. I fotografi cinesi hanno sistematicamente fotografato ogni sorta di gruppi costituiti, soprattutto fabbriche e cantieri che dovevano glorificare l’immagine del lavoro necessario alla costruzione dello Stato comunista. Questa collezione, raccolta negli anni grazie a incontri e lunghe passeggiate nei mercatini, acquista significato in virtù del numero incredibile di immagini che illustrano quel periodo. La collezione viene presentata per la prima volta al pubblico, a Bologna.
Mostra fotografica in occasione di “FOTO/INDUSTRIA Bologna Biennale 01 Impresa, lavoro” a cura della Fondazione Isabella Seragnoli
Dal 3 al 20 ottobre 2013
Inaugurazione giovedì 3 ottobre dalle ore 17,30 con ingresso libero
David Goldblatt è tra i maggiori fotografi contemporanei, sia per l’impegno sociale, sia per la qualità delle sue composizioni. Impegnato contro l’apartheid, David Goldblatt ha ampliato lasua attività fotografica dando vita a una scuola, il Market Photo Workshop, per permettere ai giovani neri di accedere a professioni che normalmente non erano loro riservate e per aiutarlimostrando a tutti la loro difficile situazione. Goldblatt adatta il suo approccio fotografico a ogni singolo progetto, condizione umana, paesaggio, ritratto; possiede una tavolozza ricca di sfumature, cosa abbastanza rara in fotografia. Se il documentario è la base del suo lavoro, i suoi protocolli visivi variano dal reportage diretto a un approccio più normato, concettuale,anche se nel suo caso il termine sembra essere troppo freddo. Questo lavoro sulle miniere, realizzato negli anni Sessanta, è sbalorditivo per la durezza e la varietà. Goldblatt ha fotografato lo sfruttamento minerario con uno sguardo profondamente partecipe verso gli uomini che lavorano e pronto a cogliere la complessità delle tante poste in gioco presenti in Sudafrica. Le miniere sono sempre state un’enorme sfida per questo paese; grande ricchezza nazionale ma, allo stesso tempo, anche testimonianza delle differenze sociali più evidenti.Le discariche minerarie che in determinate aree separano le città dalle township dei neri, sembrano rappresentare una forma di simbolica pianificazione urbanistica. Questo lavoro è stato oggetto di un primo libro uscito nel 1973. David Goldblatt ha rieditato e ampliato il volume per una nuova versione, disegnata da Cyn van Houten e pubblicata da Steidl. Foto Industria presenta per la prima volta in Europa questa mostra concepita dalla Galleria Goodman di Johannesburg.
Dal 18 Gennaio al 10 Febbraio 2013, il Museo Archeologico ospita nelle proprie sale una selezione di opere di Marino Marini (1901-1980), uno dei massimi scultori del XX secolo. L'irriducibilità delle sue forme agli stilemi delle Avanguardie consente oggi inesauribili riletture di una poetica non catalogabile nella prospettiva storicistica e l'opportunità di osservare le relazioni con fondamentali archetipi dell'arte e della creatività umana. La classicità diviene una sorta di strumento di lavoro e d'indagine, un paradigma per affrontare quella che è la fonte primaria della sua arte: il linguaggio del corpo dell’uomo, il manifestarsi della figura umana come elemento perenne, ossia come forma classica e imperitura nel tempo. La verità della rappresentazione come elemento fondante della scultura di Marino Marini e come tema cardine della grande tradizione della storia dell’arte italiana del Novecento trova importanti radici in una classicità che vede nell’arte egizia e in quella etrusca gli appigli più profondi. Su questo presupposto si danno le ragioni della presenza dell’artista toscano al Museo Archeologico di Bologna. Le opere non alterano la disposizione della collezione permanente, ma in essa trovano il proprio teatro ideale. Nel suo profondo amore per l’arte antica Marino Marini non ha tralasciato gli studi di modelli imperiali romani riuscendo, in un continuo peregrinare dall’antico ai suoi contemporanei, a leggere la grandezza del primo Martini secessionista, le esperienze formali dei francesi Despiau, Bourdelle e Maillol e di tedeschi quali Kolbe e svizzeri come Haller. Di questo tratto è segnato il percorso di Marino Marini, che nel recupero della forma, espressa in un linguaggio artistico oltre il tempo, ha creato una scultura comunque radicata nella quotidianità grazie alla sua costante e attenta analisi del contingente. Rendere immortale il presente è una delle maggiori qualità dell’arte classica e della passione per il senso dell'arcaico, di ciò che è remota origine e, insieme, principio fondatore ineludibile.
In questa prospettiva si possono così osservare la "Venere" del 1942 con i suoi tratti delineati dalla elegante figura che esprime tutta la sua evocazione mitologica nelle morbide fattezze, la "Pomona" del 1945 con la grazia di un antica divinità che incede nel tempo presente, arrivando poi al "Cavaliere" del 1949 che ci immette nella fase più matura della serie dei famosi cavalli e cavalieri.
A cura di Gianfranco Maraniello e Alberto Salvadori
promossa da MAMbo – Museo d'Arte Moderna di Bologna e Museo Civico Archeologico - Istituzione Bologna Musei
in collaborazione con Museo Marino Marini (Firenze) e Fondazione Marino Marini (Pistoia)
La mostra rientra nelle iniziative di ART CITY Bologna 25-27 gennaio 2013 L'accesso è gratuito per i possessori di qualsiasi biglietto d'ingresso Arte Fiera (promozione valida solo nei giorni di svolgimento di ART CITY Bologna).
In occasione di ART CITY White Night sabato 26 gennaio apertura straordinaria fino alle ore 24.
Orari: dal martedì al venerdì dalle 9 alle 15; sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 18.30
Inaugurazione: venerdì 18 gennaio dalle ore 17,30 alle 20
Aperture speciali: venerdì 25 gennaio dalle 9 alle 20; sabato 26 gennaio dalle 10 alle 24; domenica 27 gennaio dalle 10 alle 20
GUARDA IL PROGRAMMA COMPLETO DI ART CITY BOLOGNA 2013
Il Museo Archeologico di Bologna e il Laboratorio ProtoLab dell’ENEA di Bologna hanno realizzato le copie in marmo di due importanti rilievi egiziani provenienti dalle tombe del generale Horemheb e del maggiordomo regale Ptahemwia, che si trovano nella necropoli di Nuovo Regno a Saqqara, non lontano dalla piramide a gradoni del faraone Gioser.
Le due copie, realizzate con le più avanzate tecnologie di ingegneria inversa, modellazione CAD 3D e prototipazione rapida, sono state esposte al Museo Archeologico di Bologna dall’11 novembre 2012 al 6 gennaio 2013. Partite per l'Egitto, rimarranno esposte presso l’Istituto Italiano di Cultura al Cairo dall’4 al 19 febbraio 2013.
Le copie, donate dal Museo Archeologico di Bologna all’Egitto, saranno trasferite a Saqqara entro la fine di febbraio e musealizzate nelle tombe di Horemheb e di Ptahemwia dalla missione archeologica olandese del Rijksmuseum van Oudheden e dell’Università di Leida, che scava da molti anni in questa necropoli.Il progetto rappresenta una tappa importante del Memorandum of Understanding sottoscritto nel 2011 tra il Museo Archeologico di Bologna e il Rijksmuseum van Oudheden di Leida ed è stato supportato da C.I.S.E. di Imola (Centro Italiano di Studi Egittologici), Rotary Club di Imola, Tarros S.P.A., UnoCad, Zanchetta Marmi e Associazione Amici del Museo Archeologico di Bologna – Esagono.
COMUNE DI BOLOGNA
Istituzione Bologna Musei
via Don Minzoni 14
40121 Bologna