Museo Civico Archeologico

Luoghi

L'EDIFICIO
Le origini del Palazzo Galvani, ora sede del Museo Civico archeologico di Bologna, risalgono al 1336, anno in cui iniziarono i lavori dell’Ospedale e della Chiesa di Santa Maria della Morte a cura dell’omonima Compagnia. L’ospedale, che inglobò numerosi edifici sacri e privati preesistenti, era suddiviso in sezioni distinte riservate agli uomini, alle donne e ai feriti, oltre ad avere numerosi ambienti destinati ad uffici, spezieria e perfino una ghiacciaia.
La Chiesa venne consacrata nel 1427 e l’intero edificio fu interessato da successivi ingrandimenti e trasformazioni, tra cui va segnalato l’intervento di Antonio Morandi, detto il Terribilia, che intorno alla metà del Cinquecento curò la costruzione del grandioso portico della Morte che ancora oggi collega il Palazzo Galvani all’Archiginnasio.
L’intero complesso subì ulteriori rifacimenti fino a quando, tra il 1798 e il 1801 venne sopressa la Confraternita della Morte, furono chiusi la chiesa e l'ospedale. Nel corso della prima metà dell'Ottocento, su progetto dell'architetto Coriolano Monti, vennero fortemente modificati gli assetti interni del palazzo, con la creazione della grande scala di accesso al piano superiore che si affaccia sul cortile.
Nel 1875, volendo destinare l'edificio a sede del Museo Archeologico furono aggiunti al nucleo primitivo due bracci, quello meridionale e orientale e
per l'inaugurazione nel 1881 il cortile fu trasformato in giardino ornato al centro da una fontana sormontata da un puttino di bronzo, opera dello scultore Stefano Galletti.