videomapping
In collaborazione con il Comune di Bologna e MAMbo, l'associazione culturale Elastico faART propone un'immersione sinestetica nata da una riflessione critica sul lavoro dell'artista francese Christian Boltanski.
La notte del 7 ottobre si apre il sipario su una delle più grandi utopie del genere umano: la Reversibilità, gioco dialettico tra prima e dopo, gioco simbolico tra pieno e vuoto.
REVèRSO (dal latino: rivoltato, volto in opposta direzione) è l'evento pensato da Elastico faART, come estensione della performance Take Me (I’m Yours) allestita al Parcheggio del Giuriolo il 7 ottobre 2017.
REVèRSO parte dalla luce e per questa ragione abbiamo affidato a Visual lab l'ideazione di un progetto di Mapping in cui le immagini proiettate sulla parete esterna dello spazio faART vengono catturate durante la fase di allestimento del parcheggio Giuriolo per sottolineare i concetti di dono / scambio / gioco e dispersione. ll video in timelapse ripropone la fase del riempimento dello spazio e poi montato al contrario per ricondurre all'idea dello svuotamento di uno spazio artistico, anche metafora di uno spazio emozionale.
Un viaggio al contrario che parte dal centro della città verso la periferia, delle cose e delle persone, in un'ottica di partecipazione e coinvolgimento del territorio, di valorizzazione e rigenerazione della periferia urbana.
La parte sonora dell'evento è affidata al duo mantovano Frank Sinutre. Il loro è un sound elettronico arricchito dalla sinestesia di luci, suoni e percezioni spaziali. La performance live è caratterizzata dall’utilizzo di strumenti auto costruiti come il reactabox (ispirato al celebre reactable, un controller midi a forma di cubo luminoso con all'interno una webcam ad infrarossi che legge le immagini impresse su cubetti appoggiati e mossi sul cubo).
L'evento si conclude con una line up di Dj della scena elettronica nazionale che gravita attorno ad Elastico faART (Eva Benfenati, Tow-Sea, PANDAgruelic) ed il visual della Vj Lady_oN, a cui è affidato il prestigioso compito di diffondere energia cinetica con un dance floor che andrà avanti fino alle prime luci dell'alba.
start h 20.00 > INSTALLAZIONE VIDEO a cura di Visual Lab in esterna
h 23.00 >LIVE Frank Sinutre (musica elettronica con strumenti autocostruiti)
h 00.30 > DJ SET final party start
Ingresso gratuito senza tessera fino alle 23.00
Ingresso gratuito con tessera AICS dalle 23.00
Lorenzo live Tour
LORENZO LIVE!
regia di Paolo Billi
Prima nazionale del nuovo spettacolo di Paolo Billi, con la Compagnia del Pratello: MÈRE UBU IMPRESARIA DI TEATRO CARCERE, con i ragazzi della Compagnia del Pratello, formata da ragazzi in carico ai Servizi di Giustizia minorile, provenienti da Comunità Educative del territorio regionale e dalle attrici e attori di Botteghe Moliére: Maddalena Pasini, Susanna Accornero, Giulia Scarselli, Viviana Venga, Annalisa Ntzufras, Lilia Papperini, Claudio Bocchi e Giuseppe Evangelisti.
Elemento fondamentale dello spettacolo é il video di scena realizzato da Simone Tacconelli e Manuela Tommarelli all’interno dell’Istituto Penale Minorile di Bologna; da settembre a novembre, sono stati coinvolti dodici giovani detenuti in attività laboratoriali di scenotecnica, di prove e di riprese. Dentro all’ex chiesa-teatro dell’Istituto Penale è stata costruita la struttura di un panopticon, ovvero il nuovo modello di carcere progettato nel Settecento, affermatosi sino al Novecento, che è caratterizzato dal fatto che il detenuto, (criminale o malato o pazzo che sia), sia sempre visibile alla sorveglianza: sa di esserlo ma non sa quando. La grande scenografia di un carcere dentro a un Istituto Penale è stata realizzata dall’architetto Gazmend Llanaj, con i ragazzi dell’IPM nel corso delle attività di formazione professionale gestite dall’IIPLE. Scrive Billi nelle note di regia: “Mère Ubu, folgorata dall’arte teatrale nella sua permanenza in carcere, una volta scontata la pena, si dedica al Teatro Galera, quale strumento di redenzione sociale, diventando una impresaria di teatro in cui far esibire monstrum e suscitare nel pubblico pietà e sconcerto. Circondata dalle volontarie “Dame della Compagnia di San Scalognata”, da giovin e vecchi attori galeotti, Mere Ubu da vita a un Teatrino Patafisico, con numeri di arte varia che si ispirano a Rabelais, Cervantes e Swift. Mere Ubu si lancia in impietose e stridenti riflessioni sul teatro che si fa in carcere, ribollendo insieme Goldoni e Pirandello.”
Mère Ubu impresaria di teatro carcere è un pastiche patafisico e grottesco, contro i buoni sentimenti e i luoghi comuni che son fioriti intorno al Teatro in Carcere in tutti questi anni; è una accusa amara e scorretta contro la retorica che svuota, banalizza e plastifica quei valori, le dure scelte, le ricerche artistiche di chi ha deciso, sulla sua pelle, di far teatro dentro il carcere. Lo spettacolo si inserisce nel più ampio progetto LE PATAFISICHE, che vede nel triennio 2016-2018 sei registi impegnati in sette carceri della regione e presso i Servizi di Giustizia Minorile, tutti su un medesimo tema, ovvero l’opera di Alfred Jarry e le correnti artistiche, filosofiche, metafisiche da essa derivate. Le scene sono realizzati con il coinvolgimento dei ragazzi in carico ai Servizi di Giustizia Minorile da Irene Ferrari. Le luci sono di Flavio Bertozzi. Il progetto regionale è reso possibile dal Protocollo d’intesa sull’attività di Teatro in Carcere firmato tra Regione Emilia-Romagna (Assessorati Regionali alla Cultura, Welfare, Formazione), Provveditorato regionale Amministrazione Penitenziaria Emilia Romagna e Marche, Centro Giustizia Minorile Emilia Romagna e Marche e Associazione Coordinamento Teatro Carcere Emilia Romagna (http://www.teatrocarcere-emiliaromagna.it/wpcontent/ uploads/2016/12/PROTOCOLLO-DINTESA-TEATRO-IN-CARCERE.pdf) Accanto al sostegno del Centro Giustizia Minorile Emilia Romagna e Marche e della Regione Emilia-Romagna, il fondamentale contributo della Fondazione Del Monte di Bologna e Ravenna e quello di Manutencoop. Il progetto rientra tra le attività che il Teatro del Pratello realizza in Convenzione con il Comune di Bologna.
drammaturgia e regia PAOLO BILLI
aiuto regia Elvio Pereira de Assuncao
Con la Compagnia del Pratello
Achraf, Ayoub, Nicola, Matteo, Mohamed e nel video di scena Andrea, Andrea, Ayoub, Cristian, Mahdi, Makrem, Manuel, Oussama, Ralph, Tarik
con Susanna Accornero, Santo Crescente, Annalisa Ntzufras, Maddalena Pasini, Giulia Scarselli, Viviana Venga e Giuseppe Evangelisti, Claudio Bocchi, Lilia Papperini
Visual Project Simone Tacconelli, Manuela Tommarelli
realizzato presso l'Istituto Penale Minorile di Bologna
con l'aiuto di Noemi Giannerini e Chiara Lattante
Repliche
06/01/2018 – h20:00
07/01/2018 – h16:30
Dal 08/01/2018 al 10/01/2018 – h20:30
uno spettacolo di Leche DeTigre
Giulio e Filippo, due fratelli, non si vedono da anni, sono due sconosciuti. Davanti a loro il padre, gravemente malato, non in grado di esprimersi, sono le sue ultime ore di vita.
Sarà la birra a scandire il loro incontro, a indirizzare i dialoghi, tra rivelazioni e delirio etilico. Un viaggio di ricongiungimento affettivo che passa tra inevitabili scontri, confessioni e rivelazioni.
Birra economica riflette sull’importanza dei legami umani, sulle cause della lontananza affettiva e su come questa distanza possa essere colmata.
La birra economica costa poco, tira fuori il peggio di te e lascia l’amaro in bocca: esattamente come gli addii.
uno spettacolo di Leche DeTigre
con Andrea Sorrentino e Isacco Venturini
drammaturgia Carlo Guasconi e Pablo Solari
regia Pablo Solari
Repliche
Dal 20/12/2017 al 22/12/2017 – h20:30
Ingresso ridotto per gli abbonati Card Musei Metropolitani
2017/18
Al via la seconda stagione del Mercato Sonato di Bologna. L’ex mercato San Donato, spentosi per la crisi economica, è rinato nel 2015, quando è diventato casa dell’Orchestra Senzaspine e fucina creativa di un progetto di rigenerazione urbana unico in Europa.
Una tre-giorni di eventi speciali (il 29, 30 settembre e 1 ottobre), inaugurerà la seconda stagione.
Al centro della programmazione, guidata dai direttori d’orchestra Tommaso Ussardi e Matteo Parmeggiani, resta prima di tutto la musica classica espressa in chiave ‘pop’, con le prove aperte Senzaspine, i concerti sinfonici e da camera, le lezioni-concerto e gli aperitivi musicali, riuniti nella rassegna del mercoledì sera Classica da Mercato.
Novità assoluta è, invece, la Scuola Senzaspine, pensata per avvicinare i più piccoli (6-13 anni) alla musica e all’orchestra. L’appuntamento è tutti i martedì, mercoledì e giovedì pomeriggio con i corsi e le lezioni individuali di violino, viola, violoncello, flauto, clarinetto, corno, tromba e percussioni. Ad arricchire l’offerta della Scuola il corso ‘Radio: un mix di voce e musica’ in collaborazione con Radio Città del Capo, il laboratorio multisensoriale e ‘gastrofonico’, che unisce cucina, musica e ritmo, a cura di Baumhaus ed il laboratorio di teatro condotto da Verba Manent.
I venerdì e sabato sera spazio al Mercato VIVO con le band e i talenti più innovativi della scena musicale. Sul palco artisti eterogenei con una missione comune: accendere i riflettori sul potere rigenerante della musica. Dal 6 ottobre, torna la rassegna ‘Istantanea – fonogrammi del presente’, il progetto performativo, didattico e divulgativo dedicato all’avanguardia, alla sperimentazione e alla ricerca nel linguaggio musicale contemporaneo.
Il programma completo sulla pagina FB del Mercato Sonato.
Mercato Sonato è un progetto di Associazione Senzaspine, con il sostegno di Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, Quartiere San Donato-San Vitale, Arci Bologna, Fondazione Del Monte di Bologna e Ravenna; con il contributo di Maresca & Fiorentino, Borsari Strumenti Musicali, Argenteria Corradini. Il progetto gode del patrocinio di Regione Emilia Romagna e Comune di Bologna.
progetto areadibrocà
Il cantiere di ricerca areadibrocà ha come obiettivo di lavorare sulla relazione tra mente, linguaggio, suono, voce, discorso, pensiero. Sarà l’occasione per debuttare con un nuovo lavoro incentrato su questi temi. Sono previste 4 aperture settimanali al pubblico
La prima tappa del progetto è un cantiere di ricerca dedicato a Primo Levi che, a trent’anni dalla morte, intende indagarne l’opera anche nelle sue parti meno note.
Vizio di forma, liberamente ispirato ai racconti fantascientifici e all’opera poetica di Primo Levi, debutterà il 9 novembre e verrà replicato fino al 10 dicembre 2017.
Durante questo periodo si avvicenderanno ospiti invitati proprio in virtù della loro passione e conoscenza dell’universo letterario e intellettuale di questo grande testimone. Dopo lo spettacolo sarà loro affidato il compito di approfondire e riflettere in un dialogo aperto col pubblico per aggiungere conoscenza e pensiero.
11 novembre a seguire dialogo con Rossella Menna
12 novembre a seguire dialogo con Martina Mengoni
23 novembre a seguire dialogo con Lorenzo Pavolini
25 novembre a seguire dialogo con Pietro Scarnera
8 dicembre a seguire dialogo con Massimo Bucciantini
9 dicembre a seguire dialogo con Domenico Scarpa
10 dicembre a seguire dialogo con Francesco Cassata
uno spettacolo liberamente ispirato all’opera di Primo Levi
di e con Gianluca Guidotti e Enrica Sangiovanni
Repliche
Dal 09/11/2017 al 10/11/2017 - h 20:30
11/11/2017 – h 20:00
12/11/2017- h16:30
Dal 23/11/2017al 24/11/2017 – h 20:30
25/11/2017 – h 20:00
26/11/2017 – h 16:30
Dal 07/12/2017 al 08/12/2017 – h 20:30
09/12/2017 – h 20:00
10/12/2017 – h 16:30
Biglietto ridotto con Card Musei Metropolitani di Bologna
a cura di Enrica Sangiovanni e Gianluca Guidotti
Il cantiere di ricerca areadibrocà ha come obiettivo di lavorare sulla relazione tra mente, linguaggio, suono, voce, discorso, pensiero. Sarà l’occasione per debuttare con un nuovo lavoro incentrato su questi temi. Sono previste 4 aperture settimanali al pubblico: il programma dettagliato di spettacoli e incontri è in via di definizione.
cantiere di ricerca Archivio Zeta
a cura di Enrica Sangiovanni e Gianluca Guidotti
Repliche
Dal 08/11/2017 al 10/11/2017 – h21:00
11/11/2017 – h19:30
12/11/2017 – h16:00
Ispirato al romanzo omonimo di Pino Caccucci
Lo spettacolo, ispirato all’omonimo romanzo di Pino Cacucci, è una drammaturgia originale firmata Borgobonó. Trattando memoria e impegno civile, attraverso prosa e narrazione, lo spettacolo mantiene una particolare attenzione alla sperimentazione, soprattutto nell’uso dei materiali scenici. La scenografia, composta da bancali di legno e ruote di bicicletta, è in costante movimento, creando così nuovi spazi, scene, ma anche oggetti: macchine, porte, culle, moto, finestre, arcolai e molto altro ancora.
Lo spettacolo affronta tematiche attuali: si parla di persone che scelgono la strategia del terrore per perorare la propria causa, di come si possa arrivare ad una simile scelta, dei punti di vista e di come risponde il mondo.
regia/occhio esterno Mauro Pasqualini
drammaturgia Borgobonó
con Proietti, Andrea Sorrentino, Mauro Pasqualini
Repliche
Dal 26/10/2017 al 27/10/2017 – h20:30
28/10/2017 – h20:00
29/10/2017 – h16:30
nell’ambito della Notte Europea dei Ricercatori
Compie 18 anni il museo dedicato alla memoria di Guglielmo Marconi, il pioniere del wireless, che proprio a Villa Griffone realizzò i primi decisivi esperimenti per la messa a punto del suo sistema di telegrafia senza fili. Per festeggiare la raggiunta “maturità” il Museo apre le porte al pubblico il 29 settembre dalle 15.30 alle 19.30 con libero accesso.
programma
L’evento si colloca all’interno del programma della Notte Europea dei Ricercatori, in collaborazione con Alma Mater Studiorum Università di Bologna.
L’ingresso al museo è eccezionalmente gratuito il 29 settembre; con la Card Musei Metropolitani Bologna, l’ingresso è sempre gratuito! Visita il sito della Card per scoprire tutti i vantaggi.di e con Danio Manfredini
Luciano è un attraversamento di un Inferno dantesco contemporaneo.
Luciano, una vita in psichiatria come paziente.
Intorno a lui si materializzano oggetti e presenze dell’immaginario.
I confini tra la realtà, sogno, fantasia, ricordo, sono annullati. Tutto è reale e presente.
È un viandante in spazi sublimi, divini, metaforici, infernali.
Commenta Danio Manfredini: «L’allucinazione di Luciano, ricreata con gli artifici del gioco teatrale, non è altro che la rivisitazione in scena di una realtà cruda, a tratti anche crudele, fatta di solitudine e di emarginazione, che è il mondo reale a cui attingo».
Durata 1h e 30′
La visione dello spettacolo è consigliata ad un pubblico adulto
ideazione e regia Danio Manfredini
con Danio Manfredini, Vincenzo Del Prete, Ivano Bruner, Giuseppe Semeraro, Cristian Conti
How to explain theatre to a living dog
La retrospettiva “Il nostro teatro quotidiano. Per Cuocolo/Bosetti IRAA Theatre” presentata a VIE Festival ripercorre i venti anni di attività della coppia d’arte e di vita Renato Cuocolo e Roberta Bosetti.
I tre spettacoli della retrospettiva – Roberta va in hotel (Private Eye), Roberta fa una passeggiata (The Walk), e Roberta va sulla luna – descrivono il percorso condotto fino a oggi dalla coppia con IRAA Theatre, la loro compagnia, lungamente basata a Melbourne (Australia) e dal 2000 riconosciuta come la principale compagnia australiana d’innovazione, presente coi suoi spettacoli in 26 paesi di 4 continenti.
Qui il duo porta in scena Roberta va sulla luna: il lavoro, come il precedente Roberta va al cinema (MM&M), presentato a VIE Festival nel 2015, indaga la memoria e gli oggetti che riemergono dalla casa d’infanzia.
Durata 1h
di e con Roberta Bosetti e Renato Cuocolo
In collaborazione con Centro La Soffitta – Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna
Compagnia gli Omini
A distanza di tre anni dalla nascita il Progetto T prosegue il suo naturale cammino sulla strada ferrata, da Porretta a Bologna. Diciassette fermate in tutto. Diciassette piccoli mondi visti dal finestrino. A bassa velocità. Qui continua la nostra ricerca sugli uomini lungo i binari. Su quelli che camminano ai bordi, quelli che tentano di non vederli, quelli che ci stanno sopra e vanno diritti. Tutti sono insieme, senza rendersene conto. Fanno finta di essere soli.
Sotto l’occhio attento, o distratto, o distrutto dei controllori.
Repliche
14/10/2017 – h19:00
15/10/2017 – h16:00
Dal 17/10/2017 al 18/10/2017 – h20:30
19/10/2017 – h21:00
20/10/2017 – h19:30
21/10/2017 – h23:00
Durata 1h e 30′
ideazione Gli Omini
con Francesco Rotelli, Francesca Sarteanesi, Luca Zacchini
dramaturgia Giulia Zacchini
PROGETTO T
Anno terzo / Porretta-Bologna
a cura di Associazione Conoscere la Musica
programma
Ale e Franz
regia Alberto Ferrari
Nel nostro piccolo è il racconto di un mondo visto dalla parte di chi ha l'audacia, con le proprie idee, di vedere dentro la vita di ognuno, è il racconto delle sconfitte e delle paure che ci accompagnano, del coraggio di vivere storie non sempre vincenti. "La forza di trasmettere emozioni vere: i fallimenti di una vita, la delusione degli ideali, la conoscenza profonda di sentimenti penetranti, come l'amore. La gioia della vita. Gaber e Jannacci son questo, per noi. Gaber e Jannacci sono soprattutto la capacità di farci vedere che chi si muove e vive accanto al nostro fianco, chi cammina nelle strade, chi respira la nostra stessa aria, sono uomini, persone, uguali a noi" scrivono Ale e Franz, protagonisti assoluti di questa messa in scena che ripercorrerà la storia di Enzo Jannacci e di Giorgio Gaber che a loro volta hanno aiutato e guidato la riflessione di tanti altri artisti. "Un mondo , sofferto e gioioso, colorato e grigio, assolato e buio. Ma sempre e comunque un mondo vero, reale. Senza timori, senza remore. Tutto questo porteremo con noi, sul palco" scrivono ancora i due artisti.
spettacoli: feriali h 21 | domenica h 18
Balletto di Roma
coreografie Itamar Serussi Sahar e Chris Haring/Liquid Loft
musiche originali ispirate alla partitura di Adolphe Adam
rielaborazioni musicali Richard Van Kruysdijk e Andrea Berger
concept development Peggy Olislaegers
con il sostegno dell'Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi a Roma
Il Balletto di Roma affida a due autori contemporanei Itamar Serussi Sahar e Chris Haring la riscrittura di uno tra i più noti balletti del repertorio classico, Giselle. La compagnia porta in scena il doppio remake di un classico in cui la tragica trama si confonde sapientemente con gli ingredienti della danza contemporanea e con la struttura di pensiero di oggi. Per la prima volta ad essere coinvolti nella rilettura di Giselle due coreografi in un'unica creazione; ogni atto sarà lo specchio dell'immaginario di ciascuno dei due coreografi che apporterà, ognuno a suo modo, una nuova luce sugli snodi drammatici e sui valori che l'opera può oggi trasmettere.
Ennio Fantastichini, Iaia Forte
con Sara Lazzaro e Nicola Ravaioli
scritto e diretto da Cristina Comencini
Tempi nuovi mette in scena un nucleo familiare investito dai cambiamenti veloci e sorprendenti della nostra epoca: elettronica, mutamento dei mestieri e dei saperi, nuove relazioni. Un terremoto che sconvolge comicamente la vita dei quattro personaggi, un padre, una madre e i due figli, e li pone di fronte alle contraddizioni, alle difficoltà di un tempo in cui tutto ci appare troppo veloce per essere capito ma in cui siamo costretti a immergerci e a navigare a vista. Giuseppe è uno storico che vive circondato da migliaia di libri, carico di tutto ciò che ha studiato e scritto. Il figlio Antonio vola invece leggero nella sua epoca fatta di collegamenti rapidi e senza legami col passato, tranne quando deve scrivere il compito sulla Resistenza e ha bisogno del sapere del padre. Sabina è la moglie di Giuseppe, una giornalista che ha seguito un corso di aggiornamento sull'elettronica, per imparare a dare una notizia in tre righe e non essere sbattuta fuori dal giornale, e si sente per questo, come ripete spesso al marito, moderna. Clementina è la figlia maggiore della coppia che vive fuori casa e che ha in serbo per i due genitori, che la credevano felicemente fidanzata con Davide, una notizia che metterà a dura prova la modernità di Sabina. Ma nel finale anche Giuseppe ha in serbo un grande colpo di scena per i suoi familiari, perché non vuole essere l'unico a portare tutto il peso del passato e della Storia: "Volevate fare faticare solo me, portare tutto il peso di quegli oggetti con le pagine? Mentre voi tranquilli, leggeri, veloci, giovani... No, non ci sto!".
Spettacoli ore 21
Paolo Calabresi, Valerio Aprea
scritto e diretto da Mattia Torre.
Qui e Ora racconta lo scontro tra due individui sopravvissuti a un incidente in scooter alla periferia estrema di una grande città, nella vana attesa dei soccorsi. Nel loro conflitto si esprime il cinismo e il senso di lotta dell'Italia di oggi in cui la cattiva amministrazione finisce per generare sfiducia non solo nei cittadini verso le istituzioni, ma anche tra i cittadini stessi. I protagonisti si affronteranno in un violento e comico duello metropolitano, specchio dei dissidi della nostra società. La pièce va in scena "a dimostrazione che anche in un Paese complicato e in crisi come il nostro, il teatro può e deve, militando, lanciare grida disperate e lanciare taciti giocosi inviti alla concordia" scrive Mattia Torre.
(GB/1966) di Michelangelo Antonioni (112')
"Blow-up è un film che si presta a tante interpretazioni, perché la problematica cui si ispira è appunto l'apparenza della realtà. [...] L'esperienza del protagonista non è né sentimentale né amorosa, riguarda piuttosto il suo rapporto con il mondo, con le cose che si trova di fronte. È un fotografo. Un giorno fotografa due persone al parco, un elemento di realtà che sembra reale. E lo è. Ma la realtà ha in sé un carattere di libertà che è difficile spiegare. Questo film, forse, è come lo Zen: nel momento in cui lo si spiega lo si tradisce" (Michelangelo Antonioni). "Il fotografo è un enigma, un sorprendente punto di collegamento tra definizione precisa e fantasia. La macchina fotografica raggiunge l'apice dell'obiettività: è la sola testimone di un crimine, e dunque il solo punto di contratto con il mondo esistente. Allo stesso tempo, la fotografia offre la miniatura ironica di un mondo governato dall'ambiguità, dalla precarietà e da un senso d'alienazione quasi ridicolo" (Peter von Bagh). Gran Prix a Cannes esattamente cinquant'anni fa, nel 1967, è un film unico per invenzioni cromatiche grazie al lavoro di uno dei più grandi direttori della fotografia, Carlo di Palma.
Restaurato da Cineteca di Bologna, Istituto Luce - Cinecittà e Criterion, in collaborazione con Warner Bros. e Park Circus presso i laboratori Criterion e L'Immagine Ritrovata, con la supervisione del direttore della fotografia Luca Bigazzi.
(Francia-Germania/2015) di Jonas Carpignano (107')
L'opera prima di Jonas Carpignano, che amplia e sviluppa l'ottimo cortometraggio del 2012 A Chjàna, affronta con semplicità e rigore il tema dell'immigrazione. Il viaggio di Ayiva e Abas dal Burkina Faso all'Italia, attraverso il deserto e il mar Mediterraneo, è il cammino rischioso e disperato dei tanti migranti che cercano in Europa una nuova vita trovando solo miseria e violenza. Punto d'arrivo dei protagonisti è la Rosarno del 2010, all'epoca della protesta dei braccianti agricoli stranieri e della caccia all'uomo ingaggiata dagli abitanti della città.
(Italia-Francia-Germania/2017) di Jonas Carpignano (117')
"Un film bello e commovente. Entra così intimamente nel mondo dei suoi personaggi che hai la sensazione di vivere con loro". Parole di Martin Scorsese, produttore esecutivo di questo secondo lungometraggio di Jonas Carpignano. Punto di partenza un corto omonimo del 2014. Location la Ciambra, quartiere di Gioia Tauro abitato da una comunità rom ("un luogo imprevedibile e ingovernabile dove tutto ciò che può succedere succede almeno dieci o quindici volte al giorno" spiega il regista). Cinema del reale alla massima potenza, che si lascia influenzare dalle biografie dei suoi protagonisti (il giovane Pio Amato e la sua famiglia) e che offre uno sguardo autentico su un territorio segnato dalla povertà, dalla
criminalità e dalla convivenza tra rom, italiani e immigrati africani.
Domenica 1 ottobre 2017 – 22.15 17.30
Mercoledì 4 ottobre 2017 – 18.00
Giovedì 5 ottobre 2017 – 18.00 22.15
Venerdì 6 ottobre 2017 – 22.15