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Concerti, spettacoli, cinema, mostre, teatro, laboratori per bambini, visite guidate: una panoramica completa degli eventi culturali organizzati a Bologna.
Aggiornato: 26 min 18 sec fa

1917

Ven, 09/29/2017 - 10:57

di ErosAntEros

Agata Tomsic e Davide Sacco affrontano la Rivoluzione Russa con una ricerca ‘sonora-vocale’ che attraversa le parole di grandi “pensatori sconfitti”.
1917 è un concerto-spettacolo intonato insieme al Quartetto Noûs per ridare vita alle parole e alle musiche di chi ha vissuto la Rivoluzione d’ottobre: il “Quartetto n. 8 “di Dmitrij Šostakovič, scritto dal compositore in ricordo delle vittime di tutti i totalitarismi; ma anche il genio espressivo di El Lissitzky, Aleksandr Rodčenko, Dmitrij Bisti. Qui dove tutte le arti figurative, musica, teatro, poesia e cinema vissero un’irripetibile stagione di trasformazione, il duo ErosAntEros ha attinto per esplorare le rivoluzioni musicali ed espressive, nonché il complesso rapporto fra artisti e potere. 

Spettacolo collegato alla mostra “Revolutija” ospite al MAMbo

ideazione e spazio Davide Sacco e Agata Tomsic / ErosAntEros
montaggio drammaturgico Agata Tomsic

Repliche

Dal 23/01/2018 al 24/01/2018 – h20:30

Roger Waters

Ven, 09/29/2017 - 09:16

Us + Them European Tour 2018

Roger Waters – Us + Them tour sarà in Europa e conterrà alcuni tra i migliori capolavori del fenomenale repertorio di Roger Waters. Il titolo prende spunto dal brano del 1974 “Us And Them” dall’album dei Pink Floyd The Dark Side of the Moon. Le sue leggendarie performance live sono rinomate per le immersive esperienze sensoriali.

Il Tour segna il ritorno di Waters in Europa dai tempi di The Wall Live (2010-2013). Lo show prevede canzoni tratte dai più grandi album dei Pink Floyd (The Dark Side of The Moon, The Wall, Animals, Wish You Were Here) più alcuni brani dal suo nuovo album “Is This the Life We Really Want?”.

Biglietti in vendita dalle ore 11 di martedì 3 ottobre su www.dalessandroegalli.com e www.ticketone.it

Ernst Reijseger | Crystal Palace

Gio, 09/28/2017 - 18:36

FOTO/INDUSTRIA

Ernst Reijseger violoncello

musiche di Ernst Reijseger

nell’ambito di FOTO/INDUSTRIA – ETICA ED ESTETICA AL LAVORO, BIENNALE DI FOTOGRAFIA DELL’INDUSTRIA E DEL LAVORO, promossa dalla Fondazione MAST

Fondazione MAST in coproduzione con AngelicA

con la collaborazione di La Francia in scena, stagione artistica dell’Institut français Italia / Ambasciata di Francia in Italia / Fondazione Nuovi Mecenati

Biglietti
ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria a partire dal 5 ottobre su www.fotoindustria.it

Sébastien Roux & Ensemble Dedalus | Inevitable Music #5

Gio, 09/28/2017 - 18:29

FOTO/INDUSTRIA

traduzioni soniche dei disegni murali di Sol LeWitt 

Cyprien Busolini viola 
Laurent Bruttin clarinetto 
Dafne Vicente Sandoval fagotto 
Silvia Tarozzi violino 
Deborah Walker violoncello

musiche di Sébastien Roux

Inevitable Music #5 è una serie di traduzioni sonore che utilizzano come partitura i disegni murali di Sol LeWitt, composta da Sébastien Roux per l’ensemble Dedalus. 
Ciascuno dei celebri wall drawing di LeWitt era realizzato attraverso una serie di istruzioni create dall’artista, l’esecuzione delle quali veniva affidata a un gruppo di assistenti. LeWitt è stato un grande amante della musica (la sua discoteca spaziava da Bach a Stockhausen) ed ha sostenuto la musica americana (ha acquistato le prime partiture di Steve Reich e Philip Glass) e collaborato con compositori come Alvin Lucier, il quale ne paragonava il lavoro alla scrittura musicale: l’artista (il compositore) formula una serie di istruzioni (una partitura) che viene poi interpretata da un gruppo di disegnatori (musicisti) in modo da renderla visibile (udibile) ad un pubblico. 
Dal 2011 Sébastien Roux inizia a sviluppare un approccio alla composizione basato sul principio di traduzione sonora, analizzando le struttura di opere preesistenti (visive, musicali, letterarie) e trasponendola in partiture per nuove opere musicali. Questo processo ha dato origine a “Quatuor” (2011), opera elettroacustica basata sul 10° quartetto d’archi di Ludwig Van Beethoven; a “Nouvelle” (2012), opera radiofonica dalla novella “La Légende de St Julien l’Hospitalier” di Gustave Flaubert; ed a “Inevitable Music”, basata sui disegni murali di Sol LeWitt. 
Inevitable Music #5 è la prima creazione strumentale di questa serie, ed è stata realizzata in stretta collaborazione con sette musicisti dell’ensemble Dedalus durante un lungo periodo di residenza presso la Villa Medici, dove Sébastien Roux è stato artista in residenza nella stagione 2015 – 2016.

nell’ambito di FOTO/INDUSTRIA – ETICA ED ESTETICA AL LAVORO, BIENNALE DI FOTOGRAFIA DELL’INDUSTRIA E DEL LAVORO, promossa dalla Fondazione MAST

Fondazione MAST in coproduzione con AngelicA

con la collaborazione di La Francia in scena, stagione artistica dell’Institut français Italia / Ambasciata di Francia in Italia / Fondazione Nuovi Mecenati

Biglietti
ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria a partire dal 5 ottobre su www.fotoindustria.it

Mårten Lange Machina & Mechanism

Gio, 09/28/2017 - 18:23

FOTO/INDUSTRIA

Il lavoro di Mårten Lange si articola per serie. Ogni serie sviluppa un linguaggio specifico e conduce il pubblico attraverso la grammatica visiva dell’artista. Per Foto/Industria 2017 sono state selezionate due serie: Machina e Mechanism.

Machina (2007) raccoglie immagini provenienti da laboratori di ricerca di fisica nucleare, microscopia e nanotecnologia. In questa serie, Lange porta alla luce il sublime della tecnologia e trascende la scienza per approdare alla poesia. Affascinato dalla sofisticazione e dall’ingegnosità delle macchine, Lange mostra come la loro crescente complessità le trasformi talvolta in caotiche assurdità. La sequenza, assemblata secondo un complesso progetto, mostra spesso un aspetto organico, evocando la vegetazione di una giungla di metallo.

Mechanism (2017) è una malinconica serie di fotografie in bianco e nero che vanno a formare un racconto fantascientifico sulla vita contemporanea. Assemblando immagini scattate in diverse città, l’opera affronta i temi della tecnologia, della sorveglianza e della società urbana begli ambiti professionali. Lange vuole rintracciare gli effetti dei progressi tecnologici sulle esperienze umane e lo fa con l’uso di tropi architettonici, per costruire una narrazione carica delle minacce e delle promesse del futuro. In un serrato alternarsi di primissimi piani e paesaggi urbani, Mechanism offre una sequenza filmica di fotografie che è al tempo stesso toccante e straniante.

Mårten Lange

Mårten Lange è nato a Göteborg, in Svezia, nel 1984. Ha studiato fotografia all’Università di Gothenburg e alla University for the Creative Arts di Farnham, in Gran Bretagna. Fra le sue pubblicazioni vi sono The Mechanism (MACK, 2017), Citizen (Études Books, 2015) e Another Language (MACK, 2012) e diverse pubblicazioni in proprio, fra cui Chicxulub (2016) e Machina (2007-2014). Nel 2015 ha ricevuto la Hasselblad Victor Fellowship. Ha esposto di recente alla Webber Gallery di Londra e alla Robert Morat di Berlino, al Museo di Landskrona e alla galleria Charlotte Lund di Stoccolma.

dal martedì alla domenica – dalle ore 10 alle ore 19

La vita ferma: sguardi sul dolore del ricordo

Gio, 09/28/2017 - 18:00

dramma di pensiero in tre atti scritto e diretto da Lucia Calamaro

Sotto gli scatoloni di un trasloco tanti ricordi, e in mezzo a essi la moglie morta da tempo, ancora lì, ancora viva nei pensieri di chi rimane e che pure deve riuscire a dimenticare. È un oceano di emozioni nelle piccole cose della quotidianità familiare questo spettacolo di memorie e confidenze, che affronta il tema della separazione e della morte toccando le intime corde delle nostre paure.

La vita ferma – che ha debuttato nel 2016 al Festival Inequilibrio di Castiglioncello trovando fin da subito un’accoglienza entusiasmante – è un dramma di pensiero, e come tale chiama a riflettere, a fantasticare, ad esorcizzare. Ma non c’è solo quello: c’è il pathos che infiamma e sconvolge a suo piacimento l’animo dei tre protagonisti della vicenda (padre, madre e figlia), che incontrano la morte tra le quattro mura di casa, in quel focolare poi forzosamente abbandonato a diventare tomba del defunto e del suo ricordo.

I ATTO 50 minuti
II ATTO 60 minuti
III ATTO 35 minuti

venerdì 8 dicembre 2017, ore 21:00
sabato 9 dicembre 2017, ore 20:00
domenica 10 dicembre 2017, ore 17:00

Domenica dopo lo spettacolo, incontro con gli artisti condotto da Angela Albanese.

Ingresso ridotto per gli abbonati Card Musei metropolitani di Bologna

Un eschimese in Amazzonia / Trilogia sull’Identità – Capitolo III

Gio, 09/28/2017 - 17:44

Cinque figure brancolano su un palcoscenico semibuio alla ricerca di qualcosa che non possono avere: una sola identità, un solo corpo, un solo habitat, lontano dagli occhi della gente, vicino al desiderio di felicità. Lo troveranno?

Un eschimese in Amazzonia è uno spettacolo sull’identità di genere. Il titolo, tratto dalla citazione dell’attivista Porpora Marcasciano, fa riferimento al contesto socio-culturale avverso che “compromette, ostacola, falsifica un percorso che potrebbe essere dei più sicuri e dei più tranquilli”: il modello binario sesso/genere, omosessuale/eterosessuale, maschio/femmina va in corto circuito, invadendo e condizionando le nostre vite senza che ce ne accorgiamo. La presenza degli “eschimesi” nella società chiede a tutti di rimettere in discussione le regole.

Vincitore del premio Scenario 2017, Un eschimese in Amazzonia è l’ultimo capitolo della Trilogia sull’Identità, in parte presentata lo scorso autunno nel prestigioso contesto della Biennale Teatro, dove il tema del transgenderismo viene affrontato – in parola e danza – in tre sfumature differenti: la parola come mancanza (Peter Pan guarda sotto le gonne), la parola come rappresentazione (Stabat Mater), la parola come fragilità (Un eschimese in Amazzonia).

Un eschimese in Amazzonia è uno dei quattro vincitori del Premio Scenario 2017, i cui spettacoli conclusivi vengono presentati in questa occasione nella stessa giornata. Insieme a questo, si può assistere al debutto degli altri tre vincitori: Bau#2 di Barbara Berti a Teatri di Vita, I Veryfericidi Shebbab Met Project (premio Scenario per Ustica) e Da dove guardi il mondo  di Valentina Dal Mas (premio ScenarioInfanzia) al Teatro Laura Betti di Casalecchio.

sabato 2 dicembre 2017, ore 22:30
domenica 3 dicembre 2017, ore 18:00

Bau#2

Gio, 09/28/2017 - 17:35

dalla serie BAU – Coreografia del pensare

Rotolare, accovacciarsi, danzare: tre sinonimi per “dare corpo” al pensiero. La performance di Barbara Berti trae ispirazione dalle pratiche meditative e rituali per creare un’arte che interagisce direttamente col pubblico, chiamato a “decifrare” un codice coreografico che è parte di lei e si compone in tempo reale. “Tu sei il tuo corpo. Bisogna finire con l’essere la parola”.

Vincitore del Premio Scenario 2017, Bau#2 è il secondo studio della serie BAU – Coreografia del pensare, nata dalla ricerca sulla connessione tra pensiero e percezione in uno spazio condiviso, come ad esempio la sala teatrale.

Bau#2 è uno dei quattro vincitori del Premio Scenario 2017, i cui spettacoli conclusivi vengono presentati in questa occasione nella stessa giornata. Insieme a questo, si può assistere al debutto degli altri tre vincitori: Un eschimese in Amazzonia di The Baby Walk a Teatri di Vita, I Veryferici di Shebbab Met Project (premio Scenario per Ustica) e Da dove guardi il mondo di Valentina Dal Mas (premio ScenarioInfanzia) al Teatro Laura Betti di Casalecchio.

Repliche

sabato 2 dicembre 2017, ore 21:00
domenica 3 dicembre 2017, ore 16:30

Ingresso ridotti per gli abbonati Card Musei Metropolitani di Bologna.

Delirio di una trans populista

Gio, 09/28/2017 - 17:28

Un pezzo dedicato a Elfriede Jelinek | uno spettacolo di Andrea Adriatico, con Eva Robin’s

Le parole del premio Nobel Elfriede Jelinek, il corpo e la voce di Eva Robin’s: un corto circuito deflagrante che diventa, nel nuovo spettacolo di Andrea Adriatico, un delirio populista. Si tratta della prima tappa della trilogia che Teatri di Vita ha dedicato alla scrittrice austriaca.

“VOTA TRANS” è il nuovo slogan di una grottesca politica che riesuma antichi sogni totalitari“perché tutti siano davvero tutti”. Un comizio schizofrenico, ispirato al leader politico xenofobo austriaco Jörg Haider, che arringa folle sparute di ardenti fanciulle pronte a immolarsi per la causa.

Delirio di una trans populista è un “pezzo” teatrale, Ein Stück, lanciato come il frammento di un discorso, amoroso e rabbioso al tempo stesso, verso il presente. Con le parole di Elfriede Jelinek che si trasformano nella voce e nel corpo di Eva Robin’s. Una rilettura straniante per accarezzare il mondo logorroico della scrittrice austriaca e per sondare il mondo macerato in cui agiscono i fantasmi, fin troppo realistici, dell’orrore quotidiano in cui viviamo. In una visione al contempo politica e psicologica, ludicamente camp e vertiginosamente tragica, dei nostri ingloriosi anni.

venerdì 3 novembre 2017, ore 21:00
sabato 4 novembre 2017, ore 20:00
domenica 5 novembre 2017, ore 17:00

Domenica dopo lo spettacolo, incontro con gli artisti condotto da Angela Albanese

Biglietto ridotto con Card Musei Metropolitani di Bologna

Anfitrione

Gio, 09/28/2017 - 17:25

drammaturgia e regia di Teresa Ludovico

Un gioco vorticoso di scambi, di scherzi, di falsi e di malintesi, in cui uomini e Dèi non raccontano altro che l’attualità del mondo, dove ognuno quotidianamente convive nel duello tra l’identità e il ruolo sociale. Chi sono io? Chi è l’altro? Riflettersi in uno specchio può confondere, se non si conosce bene cosa si sta osservando. Una sfida da non ignorare per sentirsi sereni: “meglio morire che lasciarla a mezzo, questa ricerca della verità”.

Quella dell’Anfitrione è una storia che ci appartiene, datata moltissimi secoli fa, ma difficile da non considerare contemporanea. Teatri di Bari sposa perfettamente questa visione, traslocando il fascino mitico della vicenda tebana in un’atmosfera bollente e schizofrenica del Sud, in cui la regista Teresa Ludovico – che piacevolmente ritorna a Teatri di Vita – fa altalenare sei attori e un musicista, fra la Terra e l’Olimpo.

venerdì 3 novembre 2017, ore 21:00
sabato 4 novembre 2017, ore 20:00
domenica 5 novembre 2017, ore 17:00

Domenica dopo lo spettacolo, incontro con gli artisti condotto da Angela Albanese

32 rue Vandenbranden

Gio, 09/28/2017 - 15:34

regia di Gabriela Carrizo, Franck Chartier

Celebre compagnia belga di teatro-danza connotata da un’estetica iperrealista che sposa ambientazioni concrete e finemente ricostruite, Peeping Tom presenta lo spettacolo che ha vinto nel 2015 il Premio Olivier quale migliore produzione di danza.
Dichiaratamente ispirata nelle sue evocazioni immaginifiche a “La ballata di Narayama”, film del regista giapponese Shohei Imamura, la scena di 32 rue Vandenbranden è un paesaggio caratterizzato da un cielo aperto su montagne rocciose, due traballanti abitazioni e atmosfere rarefatte. «Ci troviamo in una piccola e isolata comunità in cui gli abitanti si confrontano con la loro solitudine – dice la compagnia – […] i confini tra ciò che accade realmente e ciò che credono stia accadendo diventano confusi». 

idea e regia Gabriela Carrizo, Franck Chartier

Repliche

25/05/2018 – h21:00
26/05/2018 – h19:30

Muoio come un paese

Gio, 09/28/2017 - 15:27

di Dimitris Dimitriadis 

Magmatico, bruciante, torrentizio Muoio come un paese racconta la cronaca di un assedio in un anno in cui le donne non riescono a concepire bambini. I nemici premono ai confini e il paese si rinserra, si chiude all’altro e implode. I valori vengono rovesciati, le istituzioni corrotte, gli ideali sviliti. L’idea stessa di nazione è svenduta al primo offerente. È la nave dei folli della tradizione medievale, il mondo a testa in giù. In un clima di cosciente, multiforme schizofrenia, un carnevale tra l’orgiastico e la gita scolastica, il paese si dirige verso la dissoluzione. Appare sul finale un monologo femminile, un’accusa contro la corruzione, la crudeltà, la barbarie in cui si riconoscono i tratti della dittatura dei Colonnelli. Un urlo della donna-nazione che in una metamorfosi assume in sé i mali e la forma del paese, la sua geografia. Una consunzione che prelude forse a una nuova vita.

di Dimitris Dimitriadis 
traduzione Barbara Nativi e Dimitri Milopulos
interpretazione e regiaFrancesca Ballico

Repliche

Dal 15/05/2018 al 18/05/2018 – h20:30

Panorama

Gio, 09/28/2017 - 15:17

regia di Enrico Casagrande, Daniela Nicolò

PANORAMA è una parola di origine greca formata dalla radice del verbo “vedere” e dalla parola “tutto”. Sulla possibilità di “vedere il più possibile”, di intraprendere nuove avventure esistenziali altrove, senza barriere o limiti all’orizzonte delle opportunità, è incentrato questo progetto.
È una biografia plurale e visionaria del gruppo interetnico di performers del mitico teatro dell’East Village newyorkese, fondato da Ellen Stewart, scaturita da lunghe interviste e ricerche nel background degli attori/attrici della compagnia. Molti si sono venuti da altre città e continenti per realizzare il proprio progetto artistico a New York… Con il supporto del drammaturgo Erik Ehn – e un elaborato dispositivo visuale sviluppato al Seoul Institute of the Arts – Motus delinea nuovi panorami esistenziali, dove il nomadismo diventa una proprietà intrinseca dell’esistere (e dell’essere artista), mettendo a dura prova ogni tentativo di fissare irrevocabilmente persone, nazionalità, razze, professioni in categorie gerarchiche e immutabili.

Spettacolo in lingua inglese sovratitolato in italiano

ideazione e regia Enrico Casagrande, Daniela Nicolò
drammaturgia Daniela Nicolò e Erik Ehn
con gli attori della Great Jones Repertory Company
Maura Nguyen Donohue, John Gutierrez, Valois Mickens, Eugene the Poogene, Perry Yung, Zishan Ugurlu

Repliche

Dal 10/05/2018 al 11/05/2018 – h21:00

Grand'Estate

Gio, 09/28/2017 - 15:12

(Un delirio fantastorico, 1937/1960... ed oltre)

Enzo Moscato e Claudio Affinito dirigono la Compagnia Teatrale Enzo Moscato dal 1986, con l’intento di sviluppare l’arte e l’insegnamento dello stesso Moscato, filosofo, poeta, drammaturgo, scrittore, attore, cantante, regista e soprattutto ‘inventore’ di un originale lingua arcaica e moderna al tempo stesso: un plurilinguismo tutto suo che lo ha imposto all’attenzione della critica e del pubblico internazionale.
In Grand’Estate confluisce una narrazione di quattro decenni di cronaca napoletana e internazionale, un intricato labirinto di figure ed eventi che restituisce il tono sornionione, comico e sarcastico che contraddistingue il mediterraneo. 

testo e regia Enzo Moscato
con Massimo Andrei, Enzo Moscato
e con Giuseppe Affinito, Gino Grossi, Francesco Moscato

Life. Una storia su Keith Richards - studio

Gio, 09/28/2017 - 14:55

Figura n.3 dell’album dei campioni | di e con Angela Malfitano

Sull’incredibile vita del suo eroe: una ragazzo nato nella periferia proletaria di Londra durante il famoso bombardamento del ’43 da parte dei nazisti sulla città. Un ragazzo timido innamorato della musica che ha vissuto la rivolta e la rivoluzione del ’68 e prima ancora ha vissuto il capovolgersi della sua vita nel giro di pochi mesi. I suoi occhi hanno visto un mondo in bianco e nero diventare improvvisamente a colori. E i colori di questo nuovo mondo li ha dipinti lui stesso. Intelligente, disarmante, schietta, umanissima, l’autobiografia di Keith Richards, chitarrista e co-fondatore dei Rolling Stones, autore delle musiche più esaltanti della storia del rock, sarà la guida a questo nuovo lavoro. “Con la disarmante onestà che è il suo marchio di fabbrica, Keith Richards ci consegna la storia di una vita che tutti avremmo voluto conoscere meglio, sfrenata, impavida e autentica”. Angela Malfitano

Repliche

Dal 03/05/2018 al 04/05/2018
h20:30 – 05/05/2018
h20:00 – 06/05/2018 – h16:30

Fa che non è originale

Gio, 09/28/2017 - 14:49

di Nicola Capogna

“Fa che non è originale” ovvero un venticinquenne nella sua asfissiante ricerca di un posto nel mondo. Bari, lo studio di una psicologa. Il paziente racconta senza soluzione di continuità: patemi d’animo, disavventure esilaranti e insieme drammatiche, sogni e ostacoli di ogni sorta, su una strada che però non sembra condurre in nessun posto in particolare. Un viaggio alla ricerca di sé stessi, di una propria identità che però sia autentica, unica. Il tentativo ardito, strenuo e debilitante di costruirsi un vero “io”, di non vanificare questo cameo nella storia dell’Universo, che è la nostra vita.

di Nicola Capogna
regia e interpretazione Alessio Genchi

Repliche

27/04/2018 – h20:30
28/04/2018 – h20:00
29/04/2018 – h16:30

Tutto è bene quel che finisce

Gio, 09/28/2017 - 14:28

Trilogia di e con Roberto Scappin e Paola Vannoni | quotidiana.com

Torna a Bologna quotidiana.com, in scena all’Arena del Sole con Tutto è bene quel che finisce, una trilogia sul tema della “buona morte”, composta da tre differenti capitoli: L’anarchico non è fotogenico (27 aprile), Io muoio e tu mangi (28 aprile), Lei è Gesù (29 aprile).
La compagnia riminese, fondata nel 2003 da Roberto Scappin e Paola Vannoni, lavora da anni sulla ricerca di un proprio linguaggio, che si collega quindi al percorso di produzione dei testi per raccontare il reale spesso attraverso posizioni scomode e riflettere sulle fratture dei nostri tempi.
«Il principio di buona morte, legato al concetto di fine o accelerazione di una fine certa - affermano Scappin e Vannoni - si intreccia con l’interesse a confrontarci sulle eutanasie negate, riferite non solo al campo medico-scientifico ma anche a quello della politica, della biopolitica e della cultura».
«Ciò che sembra concepito a tutela dell’interesse comune – prosegue la compagnia – può configurarsi infatti come una sottrazione dei diritti, da quelli che attengono al libero arbitrio a quelli legati al principio di uguaglianza. Quale linguaggio può declinare e restituire valore ai tanti bà-sta! che vorremmo pronunciare?».
Un'esclamazione forte, quasi performativa, che vorrebbe segnare la fine di qualcosa, tracciando il limite dell'opportunità o della sopportazione. La forza dinamica di questa parola, secondo gli autori, sta proprio nella sua autentica aspirazione a generare una cesura, una frattura fra presente e futuro.
Roberto Scappin e Paola Vannoni si pongono sui margini di questa cesura ripensando il rapporto con la morte, il senso del teatro nella sua relazione con lo spettatore e con la società.
Venerdì 27 aprile ore 20.30
L’anarchico non è fotogenico
Capitolo 1

di e con Roberto Scappin e Paola Vannoni
produzione quotidiana.com, Armunia
con il sostegno di Provincia di Rimini, Regione Emilia Romagna
in collaborazione con  La Corte Ospitale/progetto residenziale
durata: 50 minuti
In scena due cow-boy, poi improbabili danzatori, o forse solo due esseri in bilico ai limiti del paradosso. L’anarchico non è fotogenico vuole svincolare dall’egemonia mediatica dell’immagine che impone parametri oggettivi sia rispetto alla bellezza, sia all’etica e all’ideologia, tentando di affermare la peculiarità del difforme e dello sgradevole come possibilità autentica di superamento della visione monolitica degli orientamenti valoriali.
«Sollecitiamo i lapsus dello spirito, - affermano Scappin e Vannoni - il frugare nell’umano e l’in-sano ragionamento generatore di logica a sorpresa. Sintonizzarsi con lo spettatore per complicità e non per seduzione, evitando la disonestà dell’esibizione, sollecitando un intelletto disobbediente e operativo. Sfiorando il surreale per far risaltare il reale, si tenta di scombinare le vecchie strutture e realizzare nuove combinazioni. Complice un testo che passo dopo passo si oppone all’opinione comune e alle mistificazioni del buon senso».

Sabato 28 aprile ore 20
Io muoio e tu mangi
Capitolo 2

di e con Roberto Scappin e Paola Vannoni
produzione quotidiana.com, Armunia
con il sostegno di Regione Emilia Romagna
in collaborazione con Comune di Rimini – settore cultura, SPAM! Rete per le arti contemporanee
durata: 50 minuti
“Io muoio e tu mangi!” è il rimprovero rivolto al figlio dal padre morente. Una riflessione affilata e malinconica sulla necessità di sollecitare una pietas collettiva che rinunci alla ferita dell’agonia, assecondando la richiesta di una “dolce morte”.  Ma è anche un’improbabile viaggio dall’Empireo alla Diaccia, alla scoperta delle gerarchie che posizionano prediletti e reietti, nonostante si predichi che il perdono è assicurato per tutti.  
Dopo le quotidiane visite al padre morente, la figlia al ritorno a casa trova ad attenderla il compagno, che cattura con la videocamera il resoconto di un’altra giornata in geriatria: le infermiere, le caposala, i pazienti assumono volti e modi grotteschi. Il delirio di quelle stanze ha contagiato il personale o è forse accaduto il contrario?

Domenica 29 aprile ore 16.30
Lei è Gesù
Capitolo 3

di e con Roberto Scappin e Paola Vannoni
produzione quotidiana.com, Armunia
con il sostegno di Regione Emilia Romagna
in collaborazione con Comune di Rimini – settore cultura, SPAM! Rete per le arti contemporanee
durata: 60 minuti
Lei è Gesù racconta di una donna che non si sottomette al volere del Padre negandosi alla crocifissione. Il pragmatismo femminile irrompe per rivelare gli esiti scontati, le battaglie inutili, e il perdurare dell’isolamento della sua vivace consapevolezza, della marginalità in cui il linguaggio stesso la rilega. Dalla Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo Onu all’art. 2 della nostra Costituzione - “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo” - è un susseguirsi di volontarie e mai denunciate elusioni.
Le due figure in scena, apparentemente complici nel progetto di ridisegnare l’immagine del Gesù donna e di riscriverne l’insegnamento, si scontrano ancora una volta con l’impossibilità di abbandonare i vecchi dogmi e di ripensare un nuovo linguaggio e un nuovo ciclo della storia.

Informazioni e prenotazioni:
Biglietteria Arena del Sole - Via Indipendenza 44, Bologna
Prezzi dei biglietti Sala Thierry Salmon: da 7 € a 15 €
tel. 051.2910910 dal martedì al sabato ore 11-14 e 16.30-19
Biglietteria telefonica: tel. 051.656.83.99 dal martedì al sabato ore 10-13
biglietteria@arenadelsole.it

Dieci storie proprio così

Gio, 09/28/2017 - 12:52

Terzo atto

Concepito inizialmente come opera-dibattito sulla legalità, lo spettacolo ha debuttato al Teatro San Carlo di Napoli nel 2012: da allora il viaggio è proseguito con successo in tutta Italia, sviluppando un progetto in cui la scrittura di scena ha seguito l’evoluzione dello sviluppo narrativo, approfondendolo.
Dieci storie proprio così è parte integrante di un progetto sperimentale di collaborazione tra teatri, istituti penitenziari minorili, scuole, università e società civile “Il palcoscenico della legalità”.
Dieci storie proprio così è una provocazione “ragionata” contro quella rete mafiosa, trasversale e onnipresente, che vorrebbe sconfitta la coscienza collettiva, la capacità di capire e reagire.
Lo spettacolo racconta di vittime conosciute e sconosciute della criminalità organizzata, storie di impegno civile e riscatto sociale, responsabilità individuali e collettive, connivenze istituzionali e taciti consensi.

da un’idea di Giulia Minoli
drammaturgia Emanuela Giordano e Giulia Minoli
regia Emanuela Giordano
con Daria D’Aloia, Vincenzo d’Amato, Tania Garribba, Valentina Minzoni, Alessio Vassallo

Finalmente sola

Gio, 09/28/2017 - 12:47

di e con Paola Giglio

P. è sempre stata fidanzata. Nella sua vita è saltata da una storia all’altra senza soluzione di continuità, schiava dell’amore e degli uomini, ai quali proprio non sa dire di no. Ora però è rimasta sola, finalmente. Del resto non ne poteva più dell’eterna spirale amorosa nella quale era incastrata da sempre, con uomini tutti banalmente diversi… Finché non è arrivato F. Lui l’ha portata di peso dove si trova adesso e ora che è sola, finalmente, P. ripercorre con ironia e sarcasmo il suo passato sentimentale, parla, canta, ride. Solo di F. non riesce a ridere. Su F. non c’è niente da scherzare. Lui l’ha mandata lì, dove P. non si sente giudicata, come la faceva sentire lui, che ogni tanto era un po’ troppo severo. Critico. Non c’è bisogno di avere un uomo accanto per sentirsi completa. C’è voluta una relazione violenta per farglielo capire. E no, non ha avuto un’infanzia difficile, nessun problema in famiglia. Capita, anche alle migliori di rimanere invischiate in rapporti malati e potenzialmente pericolosi. È possibile uscirne indenni, senza segni di mani strette sul collo o costole fratturate? È ciò che si chiede P., che la sua esperienza l’ha avuta e certo sa, al contrario di noi, come è andata a finire.

di e con Paola Giglio
regia Marcella Favilla

Repliche

14/04/2018 – h20:00
15/04/2018 – h16:30

Le avventure di Numero Primo

Gio, 09/28/2017 - 12:42

con Marco Paolini

Un futuro probabile fatto di cose, bestie e umani rimescolati come un mazzo di carte da gioco. Numero Primo è il soprannome del protagonista, figlio di Ettore e di madre incerta. Marco Paolini e Gianfranco Bettin, coautori di questo lavoro, sono partiti da alcune domande: Qual è il rapporto di ciascuno di noi con l’evoluzione delle tecnologie? Quanto tempo della nostra vita esse occupano? Quanto ci interessa sapere di loro? Quanto sottile è il confine tra intelligenza biologica e intelligenza artificiale?
Il termine ‘antropocene’ è stato adottato dalla comunità scientifica per identificare una giovanissima era geologica caratterizzata dall’azione prevalente del fattore umano come causa di trasformazione del pianeta. Apparentemente l’antropocene è governato da un principio difficile da comprendere per il mondo scientifico: la moda. Tutto ciò che non è di moda fatica a sopravvivere, o si estingue: vale per le cose, per gli animali, per le istituzioni, per le buone idee e per le migliori intenzioni.

testi di Gianfranco Bettin e Marco Paolini
con Marco Paolini

Repliche

Dal 12/04/2018 al 13/04/2018 – h21:00
14/04/2018 – h19:30
15/04/2018 – h16:00

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