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Bicchiere tipo Aco

Il vasellame e gli utensili (instrumentum domesticum) che si trovavano nelle stanze e sulle tavole delle abitazioni bolognesi erano in tutto simili a quelli diffusi nel resto del mondo romano, e in particolare nell’area centro-italica, in conseguenza di una progressiva assimilazione dei costumi locali a quelli portati da Roma. Nelle dimore più ricche si nota una predilezione per le produzioni di alta qualità, sia importate, ma anche e soprattutto, di fattura locale. E’ il caso del vasellame in terra sigillata – la ceramica a vernice rossa brillante, spesso decorata a rilievo – rinvenuta a Bologna in discariche di materiali, come quella rinvenuta nel 1918 in via Rizzoli, piuttosto che in veri e propri contesti domestici. A un discreto afflusso di vasi da Arezzo, luogo di origine di questa ceramica, fa fronte una grande quantità di forme locali, tra cui tipico è il bicchiere di “tipo Aco” , che prende il nome dal ceramista padano che creò la forma alla fine del I sec. a.C.

Informazioni aggiuntive

 


Il vasellame e gli utensili (instrumentum domesticum) che si trovavano nelle stanze e sulle tavole delle abitazioni bolognesi erano in tutto simili a quelli diffusi nel resto del mondo romano, e in particolare nell’area centro-italica, in conseguenza di una progressiva assimilazione dei costumi locali a quelli portati da Roma. Nelle dimore più ricche si nota una predilezione per le produzioni di alta qualità, sia importate, ma anche e soprattutto, di fattura locale.

E’ il caso del vasellame in terra sigillata – la ceramica a vernice rossa brillante, spesso decorata a rilievo – rinvenuta a Bologna in discariche di materiali, come quella rinvenuta nel 1918 in via Rizzoli, piuttosto che in veri e propri contesti domestici.

A un discreto afflusso di vasi da Arezzo, luogo di origine di questa ceramica, fa fronte una grande quantità di forme locali, tra cui tipiche sono il bicchiere di “tipo Aco”  e la coppa di “tipo Sarius”, che prendono il nome dai ceramisti padani che le creano alla fine del I sec. a.C., e che vengono prodotte in diverse officine dislocate anche a Bologna.

I bicchieri “tipo Aco” fanno parte di una vasta e fortunata produzione di vasellame fine da mensa, localizzata nell’Italia settentrionale tra la tarda età repubblicana e il periodo tiberiano, che deriva il proprio nome da uno dei maggiori vasai produttori, di ascendenza celtica che, come gli altri, era solito firmare le proprie opere. Sono vasi caratterizzati da raffinate decorazioni di tradizione ellenistica, ottenute per calco entro matrice.


Questo esemplare, proveniente dallo scavo di strutture d’abitazione ritrovate sopra le tombe villanoviane del podere Benacci Caprara, presenta sul corpo uno dei motivi decorativi più singolari e diffusi, definito a “pioggia di virgole” (Kommaregen), con fitti triangolini a rilievo che rendono la superficie del vaso ruvida e quindi meno scivolosa. Sotto la fascia a motivi vegetali compare il marchio «C LAMPAT FIG», da sciogliere forse in Caius Lamius Patavinus Figulus, che si riferirebbe quindi a un artigiano della zona padovana.


 

Provenienza: Bologna,via Andrea Costa, podere Benacci Caprara
Datazione: Età augustea
Materiale: Argilla
Numero di inventario: 19491

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