Museo Civico Archeologico
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La ceramica attica era prevalentemente destinata ad essere utilizzata durante il simposio, importante momento di vita collettiva, durante il quale al consumo del vino, che assumeva aspetti sia conviviali che rituali, erano associate musica, danze, poesia.
La preparazione ed il consumo del vino erano dunque le funzioni principali a cui erano destinati i vasi. Essi, tuttavia, non fungevano solo da semplici recipienti, ma da veri e propri veicoli di immagini e la raffigurazione del simposio, occasione per cui erano stati creati, occupa un posto importante tra i temi illustrati.
Su uno dei lati di questo cratere, recipiente utilizzato per mescolare il vino, è infatti rappresentata una scena di simposio: su due letti (klinai) sono sdraiati i tre banchettanti, ricoperti dai mantelli, mentre in piedi, nudo, è un giovane con funzione di servitore. Tutti indossano una corona di foglie o fiori, elemento spesso connesso all’ebbrezza e ai piaceri del simposio. Sui tavolini al di sotto delle klinai sono raffigurati alcuni vasi, mentre i due convitati a destra tengono in mano una kylix, la coppa da cui si beve il vino.
Del tipo con prese invece che anse. Lievi sbeccature.
Sotto l'orlo: ramo di alloro. Sia sotto A che B fascia a meandri, croci e punti.
Sul corpo: in A simposio e gioco del kottabos. A destra su una kline due uomini sdraiati, di cui uno barbato, coronati di alloro e con mantello avvolto nella parte inferiore del corpo. L'uomo di destra ha in mano una kylix e il volto di profilo; l'altro ha il volto di fronte, una kylix nella sinistra e una tenia nella destra. Su un tavolo ai piedi del letto stanno un colino e una piccola olpe. Ai piedi della kline il ""rabdos kottabiké"" sulla cui sommità è in equilibrio una ""plastinx"". Alla sinistra un giovane nudo che segue la scena. A sinistra di questa scena un'altra kline su cui è un giovane con corona di alloro che osserva la scena. Davanti al letto piccolo tavolo e nel campo tenia appesa. Sopra l'efebo nudo, iscrizione.
In B: tre efebi ammantati, con tenia sul capo. I due laterali si appoggiano ad un bastone ricurvo, quello al centro ha nella mano sinistra una fiaccola accesa.
La preparazione ed il consumo del vino erano le funzioni principali a cui erano destinati i vasi attici. Essi, tuttavia, non erano semplici recipienti, ma veri e propri veicoli di immagini e la raffigurazione del simposio, occasione per cui erano stati creati, occupa un posto importante tra i temi illustrati.
Su uno dei lati di questo cratere, recipiente utilizzato per mescolare il vino, è infatti rappresentata una scena di simposio ed in particolare il momento del gioco del kottabos, che consisteva nel colpire, con un getto di vino, un piatto disposto in bilico sulla sommità di un bastone.