Museo Civico Archeologico

Collezioni / Percorsi / Bologna Romana: le pietre parlano: i mestieri

Stele dei Papulei

Stele parallelepipeda, in pietra calcare, corniciata. Vi si nominano due liberti di M. Papuleius, Pudens, che fu seviro e Claudialis, e Primus, che fu seviro, entrambi negotiatores ferrarrii. La stele fu posta da un altro libero, pure seviro, Faustus.

Informazioni aggiuntive

L'iscrizione dichiara che fu eretto un monumento funerario a due liberti, il primo seviro e claudiale e l'altro semplicemente seviro, da un terzo liberto, anch'egli seviro, che avendo il medesimo nomen (benchè sottinteso) dei due precedenti, apparteneva probabilmente alla stessa famiglia.
Importante nel nostro epitafio la menzione del mestiere esercitato dai defunti - negotiatores ferrarii - del quale non si hanno che rari accenni sparsi nell'antico mondo romano.
L’identificazione con un laboratorio di trasformazione dei metalli consentirebbe invece di accostare questo monumento ad altre stele dal Muro del Reno, quella nellq quale sono ricordati due conliberti, seviri e negotiatores ferrarii, commercianti in ferro, e quella di un faber anularius, fabbricante di anelli. La presenza di lavoranti e commercianti in metalli a Bologna non stupisce perché è nota l’esistenza di un bolognese che nel lontano Norico (Austria), a Virunum, acquistava ferro che portava poi probabilmente in città per la lavorazione: la recente identificazione a Maccaretolo, nella pianura a nord di Bologna, di una consistente officina per la lavorazione dei metalli ha fatto avanzare l’ipotesi che proprio qui il ferro proveniente dal Norico venisse trasformato in un prodotto finito da commerciare e che questo prodotto potesse identificarsi con la parte metallica (le punte) di quelle frecce che Plinio il Vecchio (Nat. Hist. XVI, 36, 161) afferma venivano prodotte utilizzando le canne che crescevano lungo le sponde del Reno, particolarmente adatte allo scopo (… nullus sagittis aptior calamus quam in Rheno Bononiensi amne, cui plurima inest medulla pondusque volucre et contra flatus quoque pervicare libra.) In questo caso potrebbe anche trattarsi di una vera e propria fabbrica.

Provenienza: Bologna, "Muro del Reno"
Datazione: I sec. d.C.
Dimensione: alt.: m.1,43; largh.: m.0,815; sp.: m. 0,18
Numero di inventario: 19099

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