Museo Civico Archeologico
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I pochi frammenti provenienti dalle aree su cui si estendevano le domus e villae bolognesi ci restituiscono l’immagine di abitazioni dal tenore elevato, in linea con i modi dell’abitare propri del mondo romano centro-italico.
A partire dal I sec. a.C. i pavimenti delle stanze residenziali vennero decorati a mosaico, con motivi geometrici o figurati, mentre i vani di servizio erano pavimentati con esagonette o insemplice cocciopesto. Le pareti erano affrescate e decorate a stucco. Alcuni vani erano riscaldati mediante tubuli murati in verticale all’interno delle pareti, mentre le case di maggior pregio potevano accogliere vani riscaldati a ipocausto, vasche decorative o piscine.
Gli spazi aperti interni, per lo più cortili su cui si affacciavano le stanze di soggiorno estivo, avevano il filo di gronda del tetto ornato da antefisse con palmette e gorgoni e da gocciolatoi figurati,come quello a testa di cinghiale da Piazza della Mercanzia, ed erano abbelliti da sculture in marmo.
Nelle stanze di rappresentanza, come i triclini, i proprietari delle domus esibivano arredi di lusso: i più frequenti erano i tavoli sorretti da mensole figurate in marmo (trapezofori), spesso raffiguranti Dioniso (o Bacco), dio del vino e del banchetto, coronato di edera e pampini,ma anche i letti per i convitati decorati da elementi di bronzo.
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