Museo Civico Archeologico
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ll cratere era un grande recipiente provvisto di un'imboccatura molto ampia e dal corpo capace, destinato a contenere il vino che, mai consumato puro dai Greci, veniva mescolato con acqua e anche miele.
La foggia di questo cratere è caratterizzata dalla forma delle anse, che terminano sull'orlo del vaso in riccioli a volute.
Sul lato principale è raffigurata Eos, la personificazione dell'aurora, mentre insegue Kephalos afferrandolo per un braccio. Secondo il mito, a causa di una vendetta di Afrodite, Eos era destinata ad innamorarsi infelicemente di giovani mortali. Infatti per conquistare il giovane Kephalos, Eos fu costretta a rapirlo e a condurlo in Siria, dove ebbe da lui un figlio, Fetonte. Presto però Kephalos si stancò della dea e decise di ritornare dalla moglie Procri.
Decorazione accessoria: sulle anse e sulle volute ramo d'edera nero. Sul labbro: in A fascia con meandro e croci; In B fascia a meandro. Sul collo: in A: fascia a doppie palmette giacenti con ai lati volute e rosette a quattro petali; in B serie di palmette dritte entro volute. Sulla spalla fascia con baccellature. Sul corpo sotto le figure fascia a meandro e croci. Presso il piede zona di raggi.
In A: Eos e Kephalos. Eos con ali spiegate, tenia tra i riccioli paonazzi, orecchini, chitone ionico manicato, insegue verso destra Kephalos e gli afferra il braccio con le mani. Kephalos ha un corto chitone e una clamide, due lance nella mano sinistra, il petasos sul capo e fugge voltando indietro la testa.
In B: efebo in corsa verso uomo barbato. Il giovane ha capelli lunghi e indossa una tenia sul capo e una clamide e corre a destra verso un uomo con barba, vestito di tenia sui lunghi capelli, chitone e mantello, appoggiato ad un bastone.