Museo Civico Archeologico
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Dal 30.08.2022 al 30.01.2023- PROROGATA FINO AL 29 GENNAIO 2023
Suzhou, Repubblica Popolare Cinese, Wuzhong Museum
Nell’ambito dell’Anno della Cultura e del Turismo Italia-Cina 2022, il Comune di Bologna annuncia la grande mostra ETRUSCHI. Signori dell’Italia antica ideata e curata dal Museo Civico Archeologico di Bologna e promossa dall’Istituto Italiano di Cultura di Shanghai in collaborazione con il Consolato Generale d’Italia a Shanghai e l’organizzazione di MondoMostre.
Sono oltre 300 i reperti provenienti dal museo bolognese esposti a Suzhou, città situata a ovest di Shanghai nella provincia di Jiangsu con una popolazione di oltre 10 milioni di abitanti, per far conoscere l’affascinante civiltà etrusca ancora quasi del tutto sconosciuta in Cina.
Il nucleo principale della mostra è costituito dal prestito eccezionale di 303 reperti di altissimo valore storico e artistico provenienti sia dalle collezioni storiche del museo sia dai rinvenimenti effettuati durante gli scavi ottocenteschi a Bologna e nel suo territorio, a cui si affiancano 27 reperti appartenenti al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Tutti i materiali saranno per la prima volta esposti nella Repubblica Popolare di Cina.
Sono pertanto fuori sede, fino al rientro dalla mostra cinese,
- reperti provenineti dalla sezione dedicata a Bologna etrusca (tra i quali la coppia di bronzetti di devoti da Monteacuto Ragazza, alcuni vasi attici provenienti dalle necropoli felsinee, oggetti di ornamento, la statua funeraria di leone in arenaria, normalmente esposti nelle sale I, Xa e X)
- reperti abitualmente esposti nella Collezione etrusco -italica, Sala VIII (tra i quali la grande statua di devoto in terracoota, due urne in pietra con coperchio e la patera cospiana, specchio etrusco di enorme valore e d importanza nella storia degli studi)
Il percorso espositivo si compone di cinque sezioni tematiche che, a partire da quel composito mondo che fu l’Italia preromana, porta l’attenzione sugli Etruschi.
I Rasna – come gli Etruschi chiamavano se stessi – per molti motivi, fra i quali certamente la precoce organizzazione urbana, ebbero un rilievo del tutto particolare nel quadro dei popoli dell’italia antica, tanto da essere ricordati dalle fonti storiche come il popolo che, prima di Roma, dominò quasi tutta la penisola. Come raccordo tra la prima sezione introduttiva e la parte fondamentale dell’esposizione, un approfondimento permette, attraverso l’evocativo richiamo dei paesaggi dei principali territori etruschi e dell’idea di città come fondamentale elemento politico ed economico per la storia di questo antico popolo, di definire geograficamente l’Etruria nelle sue articolazioni e di raccontarne in modo semplice l’assetto “politico” e sociale, dando anche conto delle forme di produzione (artigianato, agricoltura, sfruttamento delle miniere, etc.) e di scambio (commerci e contatti con Mediterraneo, Asia Minore ed Europa transalpina).
Il cuore dell’esposizione analizza i principali aspetti della vita quotidiana nel mondo etrusco illustrando - attraverso la suggestione degli oggetti - costumi e attività di una donna e di un uomo, le cui raffigurazioni accolgono il visitatore per accompagnarlo nel proprio mondo. Scelte iconiche per la raffigurazione dell’uomo e della donna “ideali” sono le statuette in bronzo di devoto e devota dal territorio bolognese e i coperchi di sarcofago in terracotta da Napoli che raffigurano i defunti adagiati su letti da banchetto. Le tematiche affrontate spaziano dall’ornamento e dalla cura del corpo, attraverso i quali si esprimeva non solo un gusto personale ma soprattutto il livello sociale, alle attività tipicamente femminili (filatura e tessitura) e maschili (guerra, caccia, politica a atletismo); dalle forme collettive del consumo di cibi e bevande nelle ritualità di banchetti e simposi alla pratica della scrittura desunta dalle genti greche e adattata nell’alfabeto alle esigenze della loro lingua, fino al culto religioso, che ebbe un ruolo fondamentale nella società etrusca fin dai suoi esordi. La penultima sezione della mostra sposta l’attenzione dal mondo dei vivi a quello dell’Aldilà, presentando ricostruzioni e reperti che mostrino le credenze, i rituali e le aspettative oltremondane degli Etruschi in una sorta di ideale antologia nello spazio e nel tempo. Le rese architettoniche e decorative delle tombe, la ritualità, le forme della sepoltura, hanno una variabilità e una ricchezza straordinaria nelle diverse epoche della storia etrusca e nei diversi territori.
Il percorso di visita si conclude con una copia perfetta della situla della Certosa, opera di Stefano Buson, già restauratore del Museo di Este: è uno degli oggetti più prestigiosi del Museo Civico Archeologico di Bologna che, per la sua importanza nella collezione bolognese e fragilità, non può viaggiare. Il vaso è composto da un'unica lamina di bronzo, decorata con scene figurate a sbalzo e ad incisione. Come una moderna striscia illustrata, il racconto ripercorre la storia di una comunità etrusca della fine del VII - inizi VI secolo a.C. nelle sue tematiche essenziali: la guerra, la caccia, le attività di sussistenza, il consumo del vino, la musica, con un richiamo (nella fascia inferiore, gli animali fantastici) al mondo spaventoso e ignoto dell’Aldilà popolato da creature feroci.