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Concerti, spettacoli, cinema, mostre, teatro, laboratori per bambini, visite guidate: una panoramica completa degli eventi culturali organizzati a Bologna.
Aggiornato: 30 min 25 sec fa

Peter Mills

Gio, 10/05/2017 - 18:17

Camo

Gio, 10/05/2017 - 18:12

live electronics di Native Instrument

Camo è il nuovo progetto sonoro di Native Instrument, duo formato da Stine Janvin Motland e Felicity Manganr. La loro musica attinge da un originale archivio di registrazioni entomologiche raccolte in Australia e Nord Europa, inoltrandosi in un ecosistema sotterraneo e anfibio, in bilico tra poli-ritmi pulsanti e sorgenti sonore di misteriosa natura. Come nell’ispirazione che Messiaen ha tratto dal canto degli uccelli per certe sue composizioni per pianoforte, Native Instrument rende omaggio al suono prodotto nell’impercettibile reame produttivo degli insetti, dando vita a quello che loro stesse definiscono una 'techno artropode'. Camo è la narrazione dettagliata del pattern ripetitivo della tela filiforme che un ragno, con il suo andare e il venire, crea sotto gli effetti di una forte somministrazione di cibo a base di grafite. Questa tela risulta più resistente del kevlar, la fibra sintetica utilizzata per realizzare giubbotti antiproiettili. Come in altri loro lavori, miscelando i ritmi naturali dei versi animali con effetti digitali e imitazioni vocali, Native Instrument illuminano l'ambiguità sonora tra natura rurale, elettronica e voce umana.

εὖ eû, una ramificazione inversa dell’esperienza di Euphorbia, quella costellazione di organismi - droni elettronici, rumore bianco, strane melodie, frequenze basse - che una casa bolognese ha ospitato per tre stagioni di concerti dal 2014. Ora, con la cura di appuntamenti mensili a Raum, pur mantenendo la stessa radice, si libera da un preciso spazio fisico, intendendo scavalcare alcuni orizzonti sonori, cercando di contestualizzare l’ascolto in un’esperienza più ambientale che puramente fisica.

Concerti d'Autunno in Sala Bossi

Gio, 10/05/2017 - 18:11

Matteo Messori – organo

Musiche di J. S. Bach, G. B. Martini, F. Chopin, G. Rossini, L. F. Tagliavini, J. Brahms

Spectacle #4

Gio, 10/05/2017 - 18:09

una performance in forma di film di Sara Manente

Spectacles è un progetto avviato nel 2016 da Sara Manente, coreografa e ricercatrice, prendendo spunto dalla distanza tra linguaggio ed esperienza dei fenomeni della danza e della performance. Seguendo una linea critica che interpreta la sovra-capitalizzazione del linguaggio come una sua trasformazione in strumento di oppressione, Spectacles si propone di rivedere questo rapporto, emancipandolo dal punto di vista della performatività. Quali sono i limiti nel parlare di un'esperienza estetica? Di cosa parliamo quando si parla di danza? Come si fa a parlare di qualcosa di cui non sappiamo come parlare? Quale lingua è in grado di performare una coreografia? Come possiamo muoverci con-e-fuori dalle parole? Tra le sue varie declinazioni Spectacles ha assunto la forma filmica, documentando le reazioni e le esperienze di spettatori e artisti. Il progetto ha avuto il via durante Live Arts Week 2016 a MAMbo e, dopo ulteriori tappe tra Belgio, Italia e Francia, sarà presentato a Bologna nella sua forma finale. La presentazione di Spectacle #4 a Raum sarà accompagnata da yoga anaglifo per gli occhi e un 3Djset di Christophe Albertijn, adottando un approccio sensibile e sensuale per una questione molto complessa: "Contro il mito della trasparenza: senza opacità non riusciremmo a vedere".

"Comincio con la scrittura (il linguaggio è movimento), poi intervisto persone (chi parla di danza?), uso la bocca per fare nodi con i gambi delle ciliegie (non l'avevo mai provato prima) e compongono un film verticale perché lo spazio virtuale è meglio di quello verosimile, come avrebbe potuto dire Paolo Uccello. O meglio: accumulare per sbucciare. " 

In Spectacle #4 le parole si mettono a danzare, e la danza a parlare. Usando l'ekphrasis, antica pratica della descrizione verbale di un'opera d'arte non fisicamente presente, il film parte da una serie di interviste su come si parla (o no), si capisce e si ricorda una performance, per evolversi in più rifrazioni interpretative. Grazie a una tecnologia 3D DIY e con un approccio poetico, Sara Manente e Christophe Albertijn hanno raddoppiato/sfasato l'immagine, creando un gap tra due superfici aggiungono una prospettiva virtuale. Il film si può vedere con o senza occhiali 3D, giocando con la propria percezione. Così hanno voluto rappresentare la molteplicità di livelli della danza e la complessità della traduzione da un mezzo all'altro.

Spectacle #4
immagini, suono e montaggio Sara Manente e Christophe Albertijn
con Mari Matre Larsen, Jaime Llopis, Norberto Llopis Segarra, Beatrice Balcou, Sabine Macher, Muna Mussie, Alix Eynaudi, Alice Chauchat, Trond Reinholdtsen, Maria Teresa Polverelli, Marco Berrettini, Beatrice Colignon, Silvia Fanti, Daniele Gasparinetti, Ottavia Guarese, Sara Manente, Pietro Bertazzo, Helena Dietrich, Arantxa Martinez, e.a.
produzione CABRA vzw<
coproduzione Beursschowburg
col supporto di BUDA and De Vlamse Gemeenschapscommissie
in collaborazione con Bains Connectives, Xing, DePianofabriek, Les Ateliers Claus
col sostegno di Hiros
si ringraziano tutti i partecipanti alla ricerca Spectacles (2016)

Sara Manente , performer, danzatrice e coreografa d'origine italiana con base a Bruxelles. Il suo lavoro si concentra sulla danza vista come linguaggio performativo come in Lawaai means Hawaai (2009) e Faire un four (2011). Rielaborare outputs provenienti da movimento, iconografia, memoria, percezione dello spazio, valori estetici, singolarità individuale è un modo di espandere la pratica della coreografia e accorciare la distanza tra performer e pubblico. Nel 2016 ha avviato una ricerca sulla relazione critica tra danza e linguaggio: Spectacles producendo una serie di danze da leggere, interviste, coreografie, lectures, performance e un film anaglifo in collaborazione con Christophe Albertijn indagando come la danza parla di noi e come parliamo della danza. Dal 2004 realizza performance, happenings, installazioni, progetti di ricerca che avvicinano coreografia e arti visive. Tra i progetti collaborativi sono da ricordare quelli con Alessandra Bergamaschi,Democratic forest (ricerca e workshops, 2008-2009) e To park (performance installazione, 2008-2010), e con Ondine Cloez e Michiel Reynaert Some performances (video, 2008) e Grand Tourists (progetto in-situ, 2010). Nel 2004-5 realizza due performance di danza con Marcos Simoes col quale, dal 2012, ha tenuto performance e workshops sul tema della collaborazione e il rapporto con lo spettatore, tra cui This place (serie di performance basate su fenomeni ESP e la lettura dei tarocchi, con 7 coppie artistiche, 2012-2014), x: I liked B better/ y: I am 29 too (esperimento di telepatia tra Nord e Sud Corea, 2013), Tele Visions (test telepatici con gli spettatori, 2015/2016) e Lava (mixed media dance performance, 2016). Manente è anche collaboratrice e interprete in lavori per la scena di Juan Dominguez, Kate McIntosh, Aitana Cordero Vico, Marcos Simoes, Jaime Llopis, Nada Gambier e Gaëtan Bulourde. E' fondatrice del collettivo artistico Cabra vzw.
saramanente.weebly.com cabra.weebly.com

Christophe Albertijn , chitarrista, ingegnere del suono, produttore e compositore belga. Lavora in diversi ambiti: musica elettroacustica, danza contemporanea,performance, cinema, pop-music, arti visive, free impro. Ha studiato composizione di musica elettronica e elettro-acustica e cinema documentario He composto e performato con i coreografi Uiko Watanabe, Sara Manente, Varinia Canto Vila, Noada Gambier, Jonas Chereau & Madeleine Fournier, Marcos Simoes, Lilia Mestre, Gaetan Bulourde, Cecilia Lisa Eliceche, Begum Erciyas.
christophealbertijn.weebly.com 

Col supporto di: Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, Cheap On Board, Edizioni Zero, Residenza per Artisti Sandra Natali/MAMbo

Sound Walks from Medjugorje

Gio, 10/05/2017 - 18:04

una sound performance di Aine O'Dwye

Sound Walks from Medjugorje è un progetto della musicista Aine O'Dwyer nato dopo un viaggio di ricerca nel sito di pellegrinaggio della Bosnia Erzegovina nell'ottobre 2016. Interessata a collezionare varie narrative acustiche del luogo, dai silenzi ai canti celebrativi delle tante persone raccolte durante le cerimonie, l'artista afferma di comporre delle 'intimità uditive'. Memorie sonore attinte dall'infanzia cattolica irlandese influenzate dalla tradizione medievale e dal folklore gaelico. Nelle sue recenti pubblicazioni Aine si relaziona con le capacità acustiche e meccaniche dell'organo a canna. Opere sospese che esplorano i registri espressivi dello strumento tra risonanze modulate o fraseggi melodici e vocali. 

εὖ eû, una ramificazione inversa dell’esperienza di Euphorbia, quella costellazione di organismi - droni elettronici, rumore bianco, strane melodie, frequenze basse - che una casa bolognese ha ospitato per tre stagioni di concerti dal 2014. Ora, con la cura di appuntamenti mensili a Raum, pur mantenendo la stessa radice, si libera da un preciso spazio fisico, intendendo scavalcare alcuni orizzonti sonori, cercando di contestualizzare l’ascolto in un’esperienza più ambientale che puramente fisica.

Stanze

Gio, 10/05/2017 - 17:54

racconto per camera preparata di Orthographe

Nuovo viaggio nel mondo del perturbante condotto da Orthographe, formazione ravennate che indaga i fenomeni segreti e la mitologia dello stupore, attraverso esperimenti di evanescenza ottica.

Stanze, racconto per camera preparata. Durante la lettura di un testo che tratta di accadimenti prevalentemente interiori si formano nella mente immagini statiche di un ambiente familiare e lentamente si compone una cornice che contiene, in un spazio definito, l'immagine di qualcosa che non è riconoscibile. Come in un quadro dove il paesaggio interno alla cornice è ben distinguibile mentre il soggetto al centro è fuori fuoco, deturpato da una patina di nulla, da una crosta mancante, da una screpolatura indifferente al senso. Con lo scorrere del tempo le immagini mentali percepite si sedimentano più lentamente dello sviluppo degli eventi narrati. Il flusso che si genera procede dalla sequenza di lettere sapientemente codificate, la descrizione dei personaggi e degli spazi, per quanto dettagliata, lascia spazio all'aggiunta di un tassello mancante che la mente cerca di integrare disperatamente attingendo dai propri ricordi.

Traced

Gio, 10/05/2017 - 17:40

live electronics di Jasmine Guffond

Solo di live electronics della sound artist australiana Jasmine Guffond, che inaugura la serie di appuntamenti sonori a cadenza mensile curati da εὖ eû (eu eu), un progetto outdoor di Euphorbia, che dopo tre stagioni di concerti in una casa bolognese, si ramifica su nuovi territori.

Traced, seconda opera dell’artista uscita per la label berlinese Sonic Pieces, è uno studio immersivo sulle moderne tecnologie digitali di sorveglianza e sul modo in cui influiscono e confluiscono nella nostra percezione cosciente. La grammatica di algoritmi generata dalle reti di monitoraggio dati e dai sistemi di riconoscimento facciale viene tradotta e convertita in frammenti audibili, disegnando ritratti sonori in grado di catturare ciò che la sensibilità umana normalmente elude. Composizioni permeate da una costante tensione sospesa, sommerse tra dati periferici e codifiche ubique, nelle quali l'artista riesce a catturare e restituire una cullante irrequietezza, sviando la concentrazione e la percezione dell'ascolto. Jamine Guffond è abile manipolatrice di tali confini auditivi, occultati da infiltrazioni di virali presenze umane o artificiali, rendendo così l'esperienza sensoriale complessa e stratificata: da rilevare, localizzare e decifrare.

εὖ eû, una ramificazione inversa dell’esperienza di Euphorbia, quella costellazione di organismi - droni elettronici, rumore bianco, strane melodie, frequenze basse - che una casa bolognese ha ospitato per tre stagioni di concerti dal 2014. Pur mantenendo la stessa radice, si libera da uno spazio fisico, intendendo scavalcare alcuni orizzonti sonori, cercando di contestualizzare l’ascolto in un’esperienza più ambientale che puramente fisica. εὖ eû è formato da Matteo Nobile, Marco Furlani e Natália Trejbalová.

euphrbia.tumblr.com

Musica per un giorno (Anno 2°)

Gio, 10/05/2017 - 17:39

non-stop performativa di Canedicoda e Roberta Mosca

Sabato 14 ottobre dalle ore 16.00 sino a domenica 15 ottobre alle ore 16.00 si apre la stagione di Raum, lo spazio di Xing a Bologna, con Musica per un giorno (Anno 2°), una non-stop performativa di Canedicoda e Roberta Mosca.

Il lungo evento di Raum, in occasione della tredicesima Giornata del Contemporaneo promossa dall'AMACI, contribuisce a una ricca due giorni dedicata alle live arts a Bologna, grazie alla concomitanza con 40° sopra La Performance.
Musica per un giorno è una lunga azione della durata di 24 ore che, nelle sue intenzioni, vuole essere ripetuta una volta all'anno per 24 anni consecutivi. La sua esecuzione a Raum segna l’anno due. Come un modulo moltiplicato in potenza, ventiquattro alla ventiquattresima, questa aritmetica esistenziale nasce dall’incontro tra Canedicoda e Roberta Mosca, e mette in atto una riflessione che prende spunto da Musica per un giorno registrata in un mese, un disco di improvvisazione e field recordings della durata 24 ore realizzato dallo stesso Canedicoda sotto l'alias Ottaven nel gennaio 2012; prodotto dalla label Second Sleep prima in formato digitale e poi in forma oggettuale con un box di 24 cassette da 60 minuti l’una, è stato presentato in streaming giornaliero alla prima edizione di Live Arts Week nel 2012.
Musica per un giorno (Anno 2°) non è un concerto e nemmeno una performance di danza; è piuttosto un’occasione esplorativa per scoprire una serie di percezioni, stati, limiti ed emozioni, generati dalla condivisione ininterrotta di un luogo per un tempo esteso quanto un giorno. Movimento, suono, spazio e idee sono intesi come un tutt’uno, nella prospettiva di invitare il pubblico a vivere un'esperienza immersiva, sottile e distesa.
Musica per un giorno è anche una fanzine in edizione limitata che ogni anno viene ristampata e si arricchisce di nuovi contenuti sul progetto.

Note alla partecipazione:
Si è liberi di arrivare ed allontanarsi per tutta la durata dell’azione, ad eccezione dell’orario compreso tra le 2.00 e le 6.00 del mattino di domenica 15 ottobre, periodo in cui è consentita la sola uscita. Lo spazio è intimo e silenzioso, e verrà chiesto di entrare scalzi. Ulteriori indicazioni verranno date in loco all'arrivo.

Elio

Gio, 10/05/2017 - 15:57

Spamalot - I cavalieri della tavola molto, molto, molto rotonda

In 40 anni nessuno aveva mai osato mettere in scena i Monty Python, con la loro comicità surreale e i loro testi pieni di giochi verbali spesso intraducibili o difficilmente comprensibili da parte di un pubblico non anglosassone; oggi il musicista, autore e personaggio televisivo Rocco Tanica ha raccolto questa sfida traducendo e adattando per noi il musical di Eric Idle e John Du Prez. Questo strampalato viaggio-parodia nel mondo di Re Artù e dei cavalieri della tavola rotonda alla ricerca del sacro Graal vedrà in scena Elio, di nuovo sul palcoscenico dopo il successo ottenuto con La Famiglia Addams, assieme ad un eccezionale cast.
Il primo adattamento teatrale avvenne dopo trent'anni dall'uscita del film "Monty Python e il Sacro Graal"; Spamalot, infatti, debuttò a Chicago nel 2004 con grandissima accoglienza di pubblico e di critica vincendo ben 3 Tony Award tra le 14 candidature, tra cui quello al miglior musical della stagione 2004/2005.

il Super Musical amabilmente tratto dal film "Monty Python e il Sacro Graal"
testo e liriche Eric Idle - musiche John Du Prez
traduzione e adattamento Rocco Tanica
con Elio e con Pamela Lacerenza, Pierpaolo Lopatriello, Andrea Spina, Umberto Noto, Filippo Musenga, Thomas Santu e Luigi Fiorenti
regia Claudio Insegno

Ballo Letterario | evento speciale di spettacolo tra parole e musica

Gio, 10/05/2017 - 15:41

Gran finale della stagione Agorà a Villa Talon 

Un evento speciale con cinque tra gli autori e autrici più importanti del teatro e della letteratura italiana e francese: Fabrice Melquiot (ideatore del Ballo letterario), Marco Martinelli, autore e regista del Teatro delle Albe, lo scrittore Paolo Nori, l’autrice teatrale e televisiva Magdalena Barile e Nicola Borghesi, autore e regista del gruppo teatrale Kepler 452.

Agli autori, che si riuniscono per la prima volta per questa occasione, è affidata una sfida: scrivere insieme nell’arco di 24 ore un’inedita storia comune, alternando parole e musiche, tra racconti e balli per uno spettacolo realizzato appositamente per l’occasione.
Con il Ballo Letterario prende corpo un esperimento di scrittura collettiva e spettacolo creato in condivisione diretta con il pubblico in un luogo speciale, le ex scuderie di Villa Talon (via Lame 24 a Volta Reno frazione di Argelato) a pochi chilometri da Bologna, che eccezionalmente saranno aperte per ospitare la serata.
La dinamica del Ballo Letterario prevede che sabato 26 maggio i cinque autori si riuniscano “all’alba” e compongano insieme una lista di dieci brani musicali ed elaborino una storia comune. 
Gli episodi del racconto scritto per la sera vengono suddivisi tra gli autori e poi, cronometro alla mano, ciascuno si mette all’opera. 
Regole dello spettacolo: testi e canzoni si alternano, ciascun testo deve finire con il titolo della canzone che segue.
La sera, alle ore 21, nel meraviglioso parco delle ex scuderie di Villa Talon che fanno da scenografia allo spettacolo, gli autori, sotto i riflettori, leggeranno a più voci questa storia unica, scritta a dieci mani in un tempo record. Durante le parti musicali gli spettatori saranno invitati a scendere in pista e a ballare. 

Una festa di parole e musiche che festeggia il Gran finale della Stagione teatrale Agorà con la direzione artistica di Elena Di Gioia, iniziata lo scorso settembre 2017 – e che propone un evento unico realizzato con la complicità degli autori coinvolti.
Il Ballo Letterario conclude insieme con spirito conviviale la seconda edizione della stagione Agorà: simbolicamente, tutti in pista artisti e pubblico, per una festa del teatro, dell’incontro e dell’arte.
Il Ballo Letterario è realizzato con il sostegno di Alliance Française di Bologna, Villa Talon e con il patrocinio del Dipartimento di interpretazione e traduzione e Centro Tratea dell’Università di Bologna che tradurrà dal francese all’italiano il testo composto dall’autore teatrale Fabrice Melquiot.

La stagione Agorà è promossa dalla Unione Reno Galliera, realizzata con il sostegno della Regione Emilia-Romagna, con la direzione artistica di Elena Di Gioia e prodotta dall’Associazione Liberty.

Fabrice Melquiot (1972) drammaturgo della scena contemporanea francese, autore di testi per il teatro, la radio e l’infanzia. Autore di una trentina di testi pubblicati da L’Ecole des Loisirs e dalle Editions de l’Arche.  Nel 2008 ha ricevuto il Prix Théâtre de l’Académie Française per l’insieme della sua opera. I suoi testi sono tradotti in diverse lingue (tedesco, spagnolo, italiano e russo) e rappresentati a livello internazionale. Dal 2012 è direttore del teatro Am Stram Gram a Ginevra. Ideatore del Ballo Letterario promosso dalla Coopérative d'écriture.  Nel 2012 Fabrice Melquiot è a Bologna e a Forlì nell’ambito del progetto dedicato alla sua scrittura “Focus Melquiot con Anna Amadori” curato da Elena Di Gioia. 

Nel fuoco della rivolta

Gio, 10/05/2017 - 15:24

Con Francesca Mazza e Angela Malfitano

3 maggio - il cortile della Sorbonne viene occupato da 400 manifestanti che si riuniscono senza alcuna violenza.
Notte fra il 10 e l’11 maggio - gli studenti occupano il Quartiere latino erigendo barricate.
13 maggio un’immensa manifestazione attraversa Parigi. 15 maggio viene occupato l’Odeon di Parigi e così prendeva inizio una complessa, festosa ed illusoria stagione di contestazione.
Nel 2018 il ’68 compirà cinquant’anni.
Mentre scrivo sono ancora lontana dall’immaginare cosa diventerà questo spettacolo, questa nuova “occupazione” artistica di Villa Beatrice.
Posso solo manifestare un vago desiderio: costruire una drammaturgia sonora composta da racconti, scritti, musiche e canzoni, che, almeno in parte, restituiscano il fuoco che bruciava in quel fatidico anno.
Vorrei offrire un tempo e uno spazio a quel fuoco, ora che conosciamo il freddo che lo ha seguito e che ancora imprigiona i sogni e la volontà di tanti di noi.

Francesca Mazza

con Francesca Mazza e Angela Malfitano
cast in via di definizione
ospiti Stefano Bartezzaghi, Laura Mariani, Maria Nadotti

Repliche

Venerdì 18 Maggio 2018
Sabato 19 Maggio 2018
Domenica 19 Maggio 2018

ore 20 e 21.30

La poesia della rivolta

Gio, 10/05/2017 - 15:11

Letture di Maurizio Cardillo e Angela Malfitano

Un collage di versi poetici sui ferventi anni della rivoluzione del ’68, interpretati dai due grandi attori Angela Malfitano e Maurizio Cardillo. Memorie, voci e parole arricchite dall’introduzione di Roberto Alperoli.

Introduce Roberto Alperoli
Letture di Maurizio Cardillo e Angela Malfitano

Ingresso gratuito

Teatro, mistero, poesia e pensiero

Gio, 10/05/2017 - 15:06

Una serata con Leopardi, Gramsci, Melville e Thomas Mann

L'incontro chiude il ciclo di quattro appuntamenti che Agorà ha dedicato all’attore, drammaturgo e regista Vittorio Franceschi, dal titolo:
"Dietro il teatro il mondo. Territori diversi percorsi da un viaggiatore che si orienta con le stelle. con Vittorio Franceschi"

Con Vittorio Franceschi
Letture da leopardi, Gramsci, Melville e Thomas Mann

Ingresso gratuito

Il cinema della rivolta

Gio, 10/05/2017 - 14:53

Introduce Vittorio Boarini

Quali sono le relazioni tra cinema e rivoluzione? Cinema e utopia? Cinema e politica? Cosa può il cinema? Cosa rimane della realtà quando viene documentato un evento? Cosa vuol dire rappresentazione?
Frammenti di film e materiali d’archivio per ragionare criticamente su come il senso si articola nelle nostre percezioni.

Introduce Vittorio Boarini

La rivolta con la macchina da presa.
Il fuoco di ogni giorno
contrappunto in video di Lorenzo Letizia

Ingresso gratuito

Biancaneve notturna

Gio, 10/05/2017 - 14:35

omaggio a Roberto Roversi

Biancaneve notturna è un viaggio teatrale nella produzione letteraria di Roberto Roversi, grande poeta civile, di origine pievesi, che illumina la poesia, l’editoria, la musica e il teatro degli anni recenti da una prospettiva di ombra che è frutto di scelta, consapevolezza e tenacia.
Un ‘maestro dell’ombra’ da ri-svelare in uno spettacolo che compone e scompone, come un prisma di luce, i suoi testi. Dalle poesie ai saggi, nelle stanze del Palazzo della città di Pieve di Cento. Dal foyer del Teatro fin dentro al Teatro Zeppilli, alla sala del Consiglio, attraverso lo scalone: un luogo simbolo di un’intera comunità che si riempie delle parole vertiginose di Roversi. Parole affidate ai corpi e alle voci di un gruppo di attori e attrici "per passione e attaccamento", sotto la guida di due importanti artisti: Anna Amadori e Maurizio Cardillo.

Un progetto speciale di Agorà, in collaborazione con Officina Roversi, per una voce unica della poesia e della parola.

Creazione di Anna Amadori e Maurizio Cardillo per Agorà - Con il gruppo di attori e attrici partecipanti al progetto Un omaggio a Roberto Roversi 

Repliche
ore 18.00 e ore 21.00

Monologo in briciole

Gio, 10/05/2017 - 14:23

testi di Cesare Zavattini

Monologo in briciole riunisce brani narrativi e poetici, pensieri, pagine di diario, raccontini surreali e annotazioni malinconiche, tratti dalla sua opera smisurata, magmatica, irregolare, provocatoria e tenera, scelti e riuniti in chiave drammaturgica da Vittorio Franceschi. 
Il “pianeta Zavattini” cala cosi` in uno spazio a lui congeniale: il palcoscenico.
La sua produzione, apparentemente frammentaria, e` in realtà il “diario di viaggio” lucido e coerente di un trasgressore, di un poeta sottile (e civile) che ci costringe a riflettere e talvolta ad aver paura di noi stessi. Uomini e donne, vecchi e bambini, un cagnolino scomparso, una mosca impigliata in una tela di ragno (come noi?), Dio, la luna, il Tempo, un ritmo: pan parapan pan pan... si, anche frammenti, briciole.... al centro del suo raccontare c'e` l'uomo, sempre visto come protagonista positivo dell'avventura affascinante e misteriosa, dolorosa e dolcissima, della vita. 

drammaturgia, interpretazione e regia di Vittorio Franceschi
e con alla fisarmonica David Sarnelli

L'incontro è il terzo dei quattro appuntamenti che Agorà dedica al grande attore, drammaturgo e regista Vittorio Franceschi, dal titolo:
"Dietro il teatro il mondo. Territori diversi percorsi da un viaggiatore che si orienta con le stelle. con Vittorio Franceschi"

Donna non rieducabile

Gio, 10/05/2017 - 14:07

Memorandum teatrale su Anna Politkovskaja

Appena ho letto Donna non rieducabile ho sentito che non si trattava di un testo semplicemente da mettere in scena ma piuttosto di un progetto di studio, un viaggio per cercare di rimanere fedeli allo spirito sia di Anna P. e di Stefano Massini che ha scritto il testo ispirandosi a questi appunti disordinati ai margini della vita in Russia. Ho iniziato raccogliendo quanto più materiale possibile su Anna P. e sugli argomenti di cui si occupava per cercare di capire meglio, di andare a toccare con mano. Ed è proprio questo progetto di studio che vorrei portare in scena, non commuovere ma muovere e stimolare nello spettatore la sua responsabilità di testimone, la necessità di informarsi, e cercare le proprie domande. La regia di questo spettacolo non può mai considerarsi chiusa ma è in continua evoluzione poiché anche il mio viaggio continua e dunque muta la sua forma e si adatta alle nuove suggestioni.

Elena Arvigo

di Stefano Massini
un progetto di e con Elena Arvigo 

Il Reduce. Parlamento de Ruzante che iera vegnù de campo

Gio, 10/05/2017 - 13:03

Letture di Vittorio Franceschi

Se “una mela al giorno leva il medico di torno” un Ruzante al giorno leva di torno il birignao, i toni di convenzione, il trombonismo - vecchio e d’avanguardia - il finto impegno e il finto “culturale”: insomma, il lato stantio e ingannevole del nostro mestiere di attori. Ognuno di noi, perciò, dovrebbe recitare Ruzante, se non una volta al giorno, almeno una volta nella vita, per rinfrescarsi alla fonte e riaccostarsi a quell’impasto di pensieri, pulsioni e sentimenti senza i quali è impossibile esprimere sul palcoscenico una qualsiasi verità.

Vittorio Franceschi

L'incontro è il secondo dei quattro appuntamenti che Agorà dedica all’attore, drammaturgo e regista Vittorio Franceschi, dal titolo:
"Dietro il teatro il mondo. Territori diversi percorsi da un viaggiatore che si orienta con le stelle. con Vittorio Franceschi"

Ingresso gratuito

Nessuna pietà per l’arbitro

Gio, 10/05/2017 - 12:57

di Emanuele Aldrovandi

Un brillante intreccio narrativo in cui si fa spazio il ricordo della Costituzione italiana: grandioso esempio di come tre ideologie (o meglio tre “anime”, come vengono spesso definite, quella cattolica, quella socialista e quella liberale) siano riuscite, mediando fra di loro e ricercando i punti comuni, invece che quelli di disaccordo, a creare un ordinamento democratico ed equilibrato per il popolo italiano. Ora, settant’anni dopo, ci troviamo in una situazione post-ideologica (e forse anche post-anima, se intendiamo la parola in quell’accezione), in cui oltretutto è diventato più complesso anche immaginare cosa significhi essere italiani. “Una parabola teatrale contemporanea in cui una tipica famiglia italiana del 2016, un’ipotetica microsocietà, gioca a basket e nel frattempo si interroga sul senso delle leggi e sui valori che regolano le proprie scelte.”
Una partita rissosa, un fallo non fischiato e un braccio rotto. Attorno alla figura dell’arbitro una triade dei protagonisti si allea, si accalora, collabora, si accanisce trasformando le situazioni conflittuali in conflitti di natura etica ed esistenziale.
Tutto questo, passando da De Gasperi a Michael Jordan, da Togliatti a LeBron James…tra principi fondamentali e qualche tiro a canestro…

di Emanuele Aldrovandi
con Filippo Bedeschi, Luca Mammoli, Federica Ombrato, Alessandro Vezzani
regia Marco Maccieri e Angela Ruozzi

Festival Professione Giornalista

Gio, 10/05/2017 - 12:53

Torna a Bologna la seconda edizione del Festival Professione Giornalista – Strumenti di lavoro per il giornalismo. Tre giorni tra laboratori, seminari, conferenze e workshop per una riflessione condivisa su un mestiere in continua evoluzione.

l Festival, organizzato dall’Associazione Viceversa, in collaborazione con la Scuola di Scienze Politiche dell'Università di Bologna, con il patrocinio di QN – Resto del Carlino, Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna e Libera Informazione, prevede incontri, workshop, dibattiti, laboratori, seminari che avranno come protagonisti Gianluigi Paragone, giornalista e conduttore televisivo a La7, Xavier Jacobelli, editorialista del Corriere dello Sport, Daniele Manca, Vicedirettore del Corriere della Sera, Annalisa Vandelli, fotoreporter.

Tutti gli eventi in programma sono gratuiti e senza prenotazione.

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