Ri-uscire. Dal 7 novembre al 4 dicembre il festival della violenza illustrata

Dal 7 novembre al 4 dicembre si terrà a Bologna e provincia la dodicesima edizione del Festival La Violenza Illustrata, una sfida per parlare della violenza sulle donne, del sessismo e della discriminazione senza mostrare corpi scomposti e immagini che feriscono, ancora una volta, il corpo delle donne.
"Da tredici edizioni Casa delle donne è riuscita a mettere in rete decine e decine di soggetti che con linguaggi diversi non smettono di parlare di violenza sulle donne e di parlarne nel modo giusto", sottolinea Susanna Zaccaria, l'assessora alle Pari opportunità e al Contrasto alla violenza e alla tratta sulle donne e sui minori.

"Quest’anno il festival si concentra sull'empowerment, sull'autonomia, il rafforzamento delle donne, sull’apertura verso un futuro libero da violenza, sulla possibilità di esprimere soggettività e conquistare autodeterminazione e libertà" racconta Valeria D'Onofrio, della direzione del festival e di Casa delle donne per non subire violenza. A partire dall’illustrazione di Olimpia Zagnoli, l’edizione 2017 racconta i percorsi di uscita dalla violenza, le sfide che comportano tra sconfitte e riuscite, e traccia possibili traiettorie per Ri-uscire a riappropriarsi di sé e del proprio progetto di vita.

Grazie all’impegno e alla collaborazione di decine di associazioni, gruppi informali e istituzioni che hanno deciso di impegnarsi contro la violenza sulle donne e il Festival può contare su più di 60 eventi culturali sul territorio metropolitano. Molte iniziative vedranno coinvolte operatrici dei centri antiviolenza, ricercatrici e studiose, femministe e scrittrici, educatrici e avvocate, ad esempio nelle due giornate di studi del 10 e 11 novembre Quando le donne chiedono asilo, in collaborazione con Escapes – Laboratorio di studi critici sulla migrazione forzata, per discutere i contributi arrivati dopo la partecipatissima call estiva sul tema Genere e violenza; nel workshop di scrittura a cura di WikiDonne in Salaborsa l'11 novembre; nella tavola rotonda su Lavoro di cura e migrazione il 9 novembre; nel seminario sugli aspetti giuridici del Riconoscimento della violenza di genere il 17 novembre, e molto altro.

Numerose le occasioni che coinvolgeranno la letteratura sul tema attraverso reading e presentazioni di libri così come i momenti di teatro, istallazioni artistiche e cinema che coinvolgeranno la Cineteca di Bologna e il territorio metropolitano. Verrà presentato il numero speciale di Piazza Grande, il giornale di strada di Bologna, dedicato al rapporto tra violenza sulle donne e marginalità sociale. Grazie alla collaborazione dell’Istituzione Biblioteche di Bologna, presso le 17 biblioteche aderenti sarà a disposizione del pubblico una bibliografia ragionata sul tema. Cento paia di scarpe rosse in lana andranno a comporre l’istallazione artistica contro il femminicidio, ospitata presso Cappella Tremlett per tutto il mese di novembre. Con la collaborazione del Quartiere Santo Stefano, saranno inaugurate le panchine rosse contro il femminicidio presso il Parco Lunetta Gamberini. Infine, attraverso un seminario con Cecilia Robustelli, si parlerà del linguaggio istituzionale di genere e della sua fondamentale importanza.

Il Festival incrocia altri festival, GenderBender, Terra di tutti film Festival, Bilbolbul, per offrire iniziative costruite a più mani e parlare di violenza sulle donne, collaborando e sostenendo Casa delle donne. Tutto questo è stato reso possibile grazie all’impegno di Associazioni ed Enti pubblici e di vari sponsor privati: facendo la spesa nei supermercati il 24, 25 e il 26 novembre, Coop Alleanza 3.0 devolverà alla Casa l’1% dei prodotti confezionati a marchio Coop.

Con i centri antiviolenza italiani, la Casa delle donne anche quest'anno sarà a Roma il 25 novembre per partecipare alla manifestazione indetta dal movimento internazionale Non Una di Meno, dalla rete D.i.Re e da tante associazioni di donne nel percorso che ha avuto la capacità di mettere insieme l’ampiezza e la complessità dei femminismi, delle esperienze di lotta, di riappropriazione, autogestione e mutuo soccorso delle donne in un Piano femminista contro la violenza.

Nei primi 10 mesi di quest’anno hanno chiesto aiuto alla Casa delle donne per non subire violenza 526 donne (di cui 332 italiane e 186 straniere) e 447 di queste lo hanno fatto per motivi di violenza (303 italiane e 169 straniere). Nell'ospitalità invece la quasi totalità di donne e bambini è straniera: nei tre rifugi segreti 31 su 35 ospiti tra donne e minori; nella casa di emergenza Save su 54 ospiti, sono 9 le italiane/i e 45 le straniere/i; nei 9 alloggi di transizione le/i 20 ospiti sono tutti/e stranieri/e. I dati non presentano grandi differenze rispetto agli anni precedenti, se non che le donne straniere sembrano avere percorsi più lunghi della italiane, segno delle maggiori difficoltà che incontrano verso l'autonomia. Dal 1990, quando la Casa ha aperto i battenti, ad oggi le nuove donne accolte sono arrivate a 11.546.

Il servizio Oltre la strada dal 1° gennaio al 31 ottobre 2017 ha seguito 19 percorsi di protezione e inclusione socio-lavorativa, oltre alle 14 già in carico dagli anni precedenti. 9 donne provengono dall’Est Europa, 8 dalla Nigeria, 2 da altri Paesi. 18 donne sono vittime di sfruttamento sessuale e una donna di sfruttamento lavorativo. 11 delle donne per cui è stato attivato il percorso sono state ospitate nella struttura protetta del progetto, le restanti in altre soluzioni abitative. Nel periodo considerato sono stati effettuati 659 colloqui. È bene sottolineare come le donne vittime di tratta siano in primo luogo vittime di violenza: tutte le donne dichiarano di aver subito più tipi di violenza nella loro esperienza migratoria: violenza fisica, sessuale, economica e psicologica. Tra le donne migranti vittime di violenza ci sono anche le donne rifugiate che lasciano il proprio paese d’origine per le violenze subite in ambito familiare o il rischio di mutilazioni genitali.

Teaser festival
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