Presentato in Sala Borsa il progetto del Laboratorio aperto per l’immaginazione che da gennaio 2018 aprirà in Piazza Maggiore.
A marzo 2016, in occasione del trigesimo della morte di Umberto Eco, il sindaco Virginio Merola aveva annunciato l’apertura di un ‘Centro per l’innovazione delle modalità e dei modelli di fruizione dei contenuti e dei beni culturali’ per dare seguito all’idea originaria del professore che aveva pensato alla realizzazione di un ‘Portico Telematico’ in Sala Borsa a fine anni ’90. A partire da questi spazi, Bologna si doterà di uno degli spazi collaborativi più grandi d’Europa in Piazza Maggiore, negli spazi tra Sala Borsa, Urban Center Bologna, Palazzo d'Accursio e nei sottopassi che si collegano al futuro cinema Modernissimo. L’obiettivo è creare un laboratorio aperto per immaginare nuovi modelli di collaborazione, aumentare le relazioni tra il crescente flusso di cittadini, turisti e il patrimonio storico pubblico e dare impulso a tutti gli spazi culturali e creativi. Cineteca Bologna, Sala Borsa, Urban Center e Comune di Bologna metteranno a disposizione spazi e tecnologie dove formare i giovani alle nuove competenze, a servizio dei cittadini, delle scuole e delle imprese. La prima sfida del Laboratorio Aperto sarà la sperimentazione di applicazioni tecnologiche alla fruizione di beni e contenuti culturali.
Alla conferenza sono intervenuti, oltre agli assessori alla Cultura Bruna Gambarelli e all'Economia e Promozione della città Matteo Lepore, esperti nazionali e internazionali che hanno illustrato le potenzialità dell'attrattività culturale e della rigenerazione urbana per stimolare riflessioni di replicabilità sul territorio bolognese.
L’evento è parte del percorso di coprogettazione Anteprima LABS che, fino al mese di febbraio, coinvolgerà cittadini, comunità, imprese, studenti con la regia del Dipartimento di Architettura dell’Università di Bologna, Urban Center Bologna e Comune di Bologna e che si sviluppa nell'ambito del programma POR FESR 2014-2020 – ASSE 6 - Città attrative e partecipate che coinvolge le 10 principali città dell'Emilia-Romagna.
Dalla collaborazione e partecipazione dei cittadini nasce una strategia che si sta via via costruendo e che sarà descritta e condivisa in un documento chiamato Piano per l’innovazione urbana, un luogo virtuale ma non solo che prevede la creazione di una rete di spazi, i ‘luoghi di opportunità’ con il recupero di edifici, anche simbolici per l’immaginario della città, che diverranno luoghi a supporto delle attività dei cittadini e dei Quartieri bolognesi. Ma un luogo in cui anche l'amministrazione si metterà in gioco cercando di redistribuire le opportunità e lavorando costantemente per il dialogo e la condivisione.