Bilancio di previsione 2014-2016, la presentazione al Consiglio comunale

La vicesindaco, Silvia Giannini, ha presentato in Consiglio comunale il Bilancio di previsione per il biennio 2014-2016.

Grazie ad un monitoraggio attento e continuativo, le spese del Comune si riducono ulteriormente, nel 2014, di circa 3,5 milioni di euro, dopo avere assorbito circa 6 milioni di spese straordinarie, o connesse a novità dei nuovi principi contabili. La riduzione non intacca il sistema di servizi socio assistenziali ed educativi, che anzi in alcuni casi sono stati aumentati.  È impegno del Comune continuare a salvaguardare la quantità e qualità dei nostri servizi e garantire la tenuta dei livelli occupazionali.  In questa direzione va  il piano di assunzioni e stabilizzazione dei precari previsto con la nuova Istituzione per i servizi educativi. Vengono inoltre confermate le risorse destinate alla manutenzione ordinaria della città, che costituisce un'altra priorità della Giunta. La Giunta conferma il  fondo anticrisi, privilegiando le spese di investimento, che hanno maggiore efficacia sulla ripresa dell'attività economica e sull'incremento occupazionale. Inoltre  si riconferma una attenzione ai temi dell'emergenza abitativa e di contenimento degli sfratti. Sul versante delle entrate, grazie al recupero dell'evasione e ad alcuni trasferimenti attesi da altri enti, in particolare dalla Regione, si sono reperiti ulteriori 3,5 milioni di euro.

Il nodo IMU e TASI è stato risolto in modo da garantire che tutti i soggetti passivi della TASI, oltre ai proprietari di abitazione principale, contribuiscano al finanziamento dei servizi indivisibili per consentire di raggiungere così l'equilibrio di bilancio.

I residui 10 milioni mancanti saranno reperiti attraverso un aumento dell'IMU sui beni strumentali all'attività di impresa, che verranno quindi tassati, come tutti gli atri immobili diversi dalla prima abitazione con l'aliquota ordinaria del 10,6 per mille.  Non ci saranno aumenti di aliquota per i proprietari di seconde case, in quanto in questo caso si è già raggiunta l'aliquota complessiva IMU+TASI del 10,6 per mille.

Questa soluzione consente di mantenere invariata, sul livello fissato nel 2007, l'addizionale IRPEF allo 0,7 per cento, con soglia di esenzione ferma a 12.000 euro, che permette di esentare circa 94.000 contribuenti bolognesi dal pagamento dell'addizionale.

In questo modo, si mantengono invariate le tariffe dei servizi educativi e socio-assistenziali di competenza del Comune, che per il terzo anno consecutivo non recuperano neppure l'aumento dell'inflazione. Si conferma anche l'impegno dell'Amministrazione ad applicare la nuova normativa ISEE, valutandone attentamente gli effetti per garantire l'equità delle tariffe vigenti.

L'unica tariffa che sarà adeguata all'inflazione è la TARI, fissata da ATO in 1,5 punti percentuali. A questi si aggiunge un ulteriore aumento dello 0,9  per l'aumento della raccolta differenziata, in centro e in periferia, e la realizzazione di piccole isole interrate, che consentiranno, a regime, di eliminare i cassonetti dal centro storico. Nel complesso l'aumento è del 2,4%.

Per far sì che la TASI non sia più onerosa della vecchia IMU del 2012, l'Amministrazione propone che l'addizionale dello 0,8 per mille prevista dalla normativa per finanziare le detrazioni sia applicata integralmente sulle prime abitazioni, la cui aliquota potrebbe dunque salire fino al 3,3 per mille, con l'obiettivo prioritario di garantire la massima equità possibile del sistema. L'articolazione delle detrazioni sarà oggetto di confronto, con l'obiettivo di garantire che nessuna tipologia di immobili paghi in ogni caso una TASI superiore alla vecchia IMU 2012. Il confronto avverrà senza tenere conto delle detrazioni per i figli, in quanto la norma istitutiva dell'IMU prevedeva che queste agevolazioni fossero in vigore solo nei primi due anni dall'introduzione della nuova imposta (2012-2013)

Il Comune si attende di avere dallo Stato 17 milioni di mancato gettito per il passaggio dall'IMU prima abitazione alla TASI, ma al momento non è stato ancora emanato il decreto di ripartizione dello stanziamento nazionale di 625 milioni di euro sul solo 2014.

Inoltre, tra riduzione del Fondo di solidarietà, insufficiente rimborso delle spese per gli uffici giudiziari, sconti per le multe concessi dallo stato a spese dei Comuni e i nuovi criteri contabili, vengono a mancare nel bilancio 2014 altri 17 milioni circa di euro.